A piovere sul bagnato del contestatissimo ddl Sicurezza, la norma in discussione in Parlamento che criminalizza e reprime ogni forma di dissenso, è la misura, voluta fortemente dalla Lega, di uno scudo penale per gli agenti di polizia.
La giustificazione addotte, in primis dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi, è la necessità di ulteriori tutele legali per i poliziotti impegnati in difficili operazioni di piazza. Non a caso la proposta è stata avanzata un seguito alle manifestazioni per Ramy.
L’effetto che uno scudo penale produrrebbe, però, è una sostanziale immunità per gli agenti che commettono abusi.
Una forma di immunità per gli abusi di polizia: lo scudo penale
Restando alle manifestazioni di piazza, già oggi gli agenti possono godere della possibilità di vedere ostacolata la loro identificazione. Il nostro Paese, infatti, non ha mai introdotto il codice identificativo alfanumerico sulle divise delle forze dell’ordine e sono numerosi i casi di abusi che non hanno avuto seguito giudiziario a causa dell’impossibilità di identificare coloro che li avevano commessi.
Uno scudo penale andrebbe oltre, di fatto prevedendo l’impossibilità di procedere giuridicamente contro un agente di polizia semplicemente perché agente di polizia.
Se questa norma fosse stata in vigore in passato, sarebbe stato impossibile arrivare a sentenza per i responsabili della morte di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi.
Non è un caso che a sottolineare l’iniquità di uno scudo penale per le forze dell’ordine sia stato, ai microfoni dei colleghi di Radio Onda d’Urto, l’avvocato Fabio Anselmo, legale delle famiglie Aldrovandi e Cucchi.
Anselmo sottolinea un paradosso che questa misura produrrebbe: «L’iscrizione nel registro degli indagati è una forma di garanzia nei confronti di coloro sospettati di aver commesso un reato – sottolinea Anselmo – Ad esempio in un caso di presunto omicidio, quando si svolge l’autopsia l’indagato, attraverso il suo avvocato, partecipa all’atto».
Con lo scudo penale anche queste garanzie verrebbero meno e i poliziotti decreterebbe una sostanziale immunità per i poliziotti.
L’avvocato constata la sintonia e la complementarietà dello scudo penale con il ddl Sicurezza, ma va anche oltre, mettendo in guardia sul pericolo di una svolta autoritaria.
Se infatti passasse il principio dello scudo penale per la polizia – tra l’altro implicitamente sostenendo che tutti gli agenti compiono abusi – per il difficile lavoro che svolgono, nulla vieta in futuro di adottare misure analoghe per amministratori e politici, in nome della delicatezza delle decisioni che devono prendere.
ASCOLTA LE PAROLE DI FABIO ANSELMO: