Questa mattina in via della Certosa 35 si sono presentate le camionette della celere. Da circa due mesi in quello che era un ex vivaio era nata un’occupazione transfemminista, la Vivaia appunto. Gli agenti hanno bloccato gli accessi allo spazio occupato, mentre all’interno alcune attiviste sono salite ai piani alti della struttura per cercare di resistere allo sgombero.
Nel parchetto adiacente, intanto, un gruppo di solidali hanno dato vita ad un presidio con un piccolo sound system e ballando la Macarena.

Sgombero
Il presidio solidale

Nonostante la trattativa alla Vivaia è arrivato lo sgombero

Giusto ieri le occupanti della Vivaia avevano diffuso un comunicato per rendere pubblici i contenuti della trattativa con la proprietà e l’Amministrazione comunale, in atto da circa tre settimane. In particolare, le opzioni che erano state offerte erano due. Una, prospettata dalla proprietà, prevedeva che le occupanti fossero uscite spontaneamente per poi rientrare quando si sarebbe trovato un accordo con il Comune a fare dal garante. La seconda prevedeva invece che il Comune accelerasse le pratiche per l’acquisizione dello spazio, già in programma per progetti urbanistici che insistono sull’area, e che concedesse l’uso temporaneo per dieci mesi del giardino e dell’immobile.

Nessuna delle due opzioni, però, si è potuta realizzare perché le forze dell’ordine si sono presentate per sgomberare. L’ipotesi più probabile è che l’iter presso le sedi giudiziarie sia andato avanti perché la proprietà, un’impresa immobiliare, non ha mai ritirato la denuncia in seguito all’occupazione.
Viene così interrotto il percorso di riconoscimento dello spazio, che si è posto come un luogo transfemminista e queer in una città che vede ridursi sempre più gli spazi fuori dalle logiche del consumo.

Al fianco della Vivaia, in queste settimane di occupazione, si era schierato un gruppo di residenti che aveva costituito un comitato e lanciato una petizione in difesa dello spazio che aveva superato le mille firme.
Il comitato, che ha accolto con favore l’occupazione in una zona periferica dove gli spazi sociali scarseggiano, si è anche posto come mediatore tra le occupanti e le istituzioni per arrivare a un riconoscimento e una trattativa per l’autogestione dello spazio.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ATTIVISTE DELLA VIVAIA:

Le reazioni di residenti e sindaco Lepore

Un nuovo spazio per la Vivaia Tfq e chiarezza sulle destinazioni d’uso dell’area di via della Certosa 35. Sono le richieste avanzate dal comitato di quartiere Viva la Vivaia, tramite un comunicato stampa, alla luce dello sgombero dell’ex vivaio Gabrielli scattato stamattina. Il comitato di residenti della zona, «formatosi dentro lo stesso spazio per sostenere l’occupazione e fare luce sulla destinazione futura dell’area – recita la nota – chiede all’amministrazione chiarezza e trasparenza sull’operazione di perequazione edilizia stipulata con la società Edilbo e chiede la concessione alla Vivaia Tfq di un nuovo spazio tra quelli pubblici nella disponibilità del quartiere alle condizioni proposte dall’assemblea».

In attesa che passi in proprietà al Comune di Bologna, sull’ex Vivaio di fianco alla Certosa «siamo disponibili anche a valutare usi temporanei, prendendo l’area in carico prima della firma della convenzione con la proprietà». A dirlo è il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, rispondendo anche alle sollecitazioni arrivate dal comitato di residenti a sostegno degli occupanti. «Quello è uno spazio verde – ricorda Lepore – che nell’accordo che stiamo discutendo con la proprietà deve diventare uno spazio per la cittadinanza, uno spazio verde per usi civici». Nel frattempo, dice il sindaco, «siamo disponibili anche a usi temporanei in attesa che si firmi la convenzione. Ho scritto proprio ieri alla proprietà dicendo che in attesa della sottoscrizione della convenzione siamo disponibili a valutare usi temporanei, quindi a prendere in carico l’area anche prima». Lepore stima che il passaggio dell’area in capo al Comune possa avvenire «possibilmente tra un anno». Intanto «siamo disponibili a prenderla in carico anche prima per dare usi civici aperti a tutti», ribadisce il sindaco.

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