Il futuro di Vivaia Tfq, l’occupazione nata l’8 aprile nell’ex vivaio Gabrielli di via della Certosa 35, sembra appeso da un lato alle istituzioni, dall’altro alla proprietà. Le occupanti, che in queste settimane hanno creato uno spazio di socialità rivolto alle persone lgbtq+ e aperto, temono che, se la trattativa non decolla, il destino possa essere quello che è toccato ieri all’occupazione di via Agucchi, sgomberata dalle forze dell’ordine.

Il futuro della Vivaia potrebbe dipendere da Quartiere e proprietà

Le attiviste nei giorni scorsi hanno incontrato la proprietà che, dopo la denuncia iniziale in seguito all’occupazione, è sembrata più disponibile a ragionare di una possibile forma di utilizzo dello spazio da parte di Vivaia. L’azienda edile che possiede il posto, però, vorrebbe interloquire con le istituzioni, il Quartiere Porto-Saragozza. Ed è qui che sembra registrarsi un rimpallo.
A sostenerlo è il comitato “Viva la Vivaia”, composto da residenti della zona e nato in sostegno dell’esperienza. La petizione che ha lanciato per scongiurare lo sgombero ha raggiunto quasi le mille firme. Quello che servirebbe per fermare la Questura, però, sarebbe l’avvio di una trattativa che coinvolgesse, appunto, istituzioni e proprietà.

Il comitato ha contattato il presidente del Quartiere Lorenzo Cipriani, che però non sembra aver preso una posizione chiara sulla possibile permanenza di Vivaia, né sembra intenzionato a prendere l’iniziativa per verificare la disponibilità della proprietà. Quest’ultima, al contrario, aspetta che siano le istituzioni a contattarla.
Rimpalli e temporeggiamenti che potrebbero giocare a sfavore dell’occupazione stessa, che rischia di trovarsi le forze dell’ordine alle porte.

Ciò che chiede il comitato di residenti, che in questa vicenda sta assumendo un ruolo di mediazione, è che il Comune e il Quartiere riconoscano il valore di Vivaia, che nella sua breve vita ha creato un luogo aperto e «dove si sta bene», ripetono gli esponenti del comitato, fuori dalle logiche di consumo e rispondente anche alle esigenze delle giovani generazioni, che nella zona alla periferia di Bologna non hanno altri spazi del genere dove ritrovarsi.
In particolare, l’ipotesi che avanza il comitato è quello di un uso temporaneo dello spazio, sulla falsa riga di accordi già praticati in altri luoghi della città.

Un utilizzo temporaneo, in particolare, non rappresenterebbe un ostacolo per i progetti urbanistici che insistono sulla zona. L’ex vivaio, infatti, si trova all’interno di un’area interessata da progetti di urbanizzazione, che in un’area adiacente prevederebbe la realizzazione di strutture ricettive turistico, come nuovi b&b.
La zona in cui ha sede l’occupazione, invece, sta all’interno dei 200 metri dal cimitero della Certosa, che per i vincoli paesaggistici non può essere oggetto di urbanizzazione.
Proprio quell’area, in futuro, dovrebbe essere ceduta al Comune e la preoccupazione dei residenti è che il verde presente attualmente ceda il passo al cemento di un parcheggio, magari per servire lo stadio o la stessa Certosa.

In attesa che le istituzioni battano un colpo, la Vivaia organizza per domenica prossima, 7 maggio, una passeggiata botanica alla scoperta delle piante presenti nel perimetro e un’assemblea pubblica aperta a tutte e tutti.
Il comitato, dal canto suo, per il 12 maggio ha in programma un aperitivo rivolto ai residenti del quartiere per far conoscere la Vivaia e il valore che rappresenta.

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