Nonostante i tanti problemi generati dagli appalti al massimo ribasso, il Comune ha appena affidato la gestione dei servizi socioeducativi ad una coop di Fabriano che ha tagliato dell’11% i costi. La protesta della Cgil: “Difficile garantire qualità dei servizi e diritti dei lavoratori”.
Gli appalti al massimo ribasso costituiscono un problema e la “letteratura” a riguardo è purtroppo molto nutrita. Le conseguenze più frequenti sono una contrazione dei salari e dei diritti dei lavoratori o l’interruzione di servizi pubblici scaturita dal fallimento delle società che si trovano a gestirli a prezzi stracciati. A Bologna si possono citare i casi di Coopertone, che gestiva un subappalto di Atc per la gestione della sosta; il caso di Palazzo Paleotti, dove l’appalto di Coopservice con l’Università portava a paghe orarie per i lavoratori che si fermavano a 2,7 euro; o ancora il caso del Cie, dove i lavoratori del Consorzio L’Oasi che gestiva la struttura non hanno percepito lo stipendio per diversi mesi.
Nonostante ciò sia, le Amministrazioni pubbliche continuano ad inseguire anzitutto il risparmio della spesa come criterio più importante per l’assegnazione degli appalti.
A finire nel mirino della Cgil, ora, è il Comune di Bologna che ha appena assegnato la gestione dei servizi educativi alla cooperativa sociale “Mosaico” di Fabriano, che ha battuto la cordata bolognese composta da Csapsa 2, Open Group, Società Dolce, Il Pettirosso, Arci e La Carovana (che già avevano operato una riduzione dei costi del 6%) grazie ad un taglio dei costi pari all’11%. Sono 620 mila euro su un anno e mezzo le risorse investite da Palazzo D’Accursio per la gestione dei servizi.
“Dalle informazioni che abbiamo – scrive la Fp Cgil in una nota – gli attuali gestori avrebbero ottenuto un punteggio superiore per quanto riguarda la qualità del progetto, ma evidentemente non è bastato, perché ha pesato molto di più il ribasso economico”.
Il sindacato, inoltre, getta dubbi sulla qualità del servizio che, con un ribasso considerevole, potrebbe non essere garantita.
“Le conseguenze – mette in guardia la Cgil – potrebbero essere molto gravi: se si assegnano appalti ad aziende che propongono un prezzo inferiore del 5-6% a quello dei concorrenti, la garanzia di far sì che i lavoratori impegnati su questi servizi abbiano diritti e un lavoro degno di questo nome è molto debole“.
Per questo motivo, il sindacato ha intenzione di chiedere all’Amministrazione un incontro nel più breve tempo possibile, per individuare le responsabilità di queste scelte. Non solo: c’è l’intenzione anche di verificare la legittimità degli atti e contestualmente incontrare i lavoratori.