Era la notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso quando una giovane donna è stata vittima di un’aggressione con coltello e una violenza sessuale nel sottopasso ferroviario di Pontevecchio, nel quartiere Savena. L’aggressore è stato messo in fuga solo dall’intervento di un’altra donna che, sentite le urla della vittima, lo ha preso a calci. Nel rincorrere l’uomo, la donna è arrivata nei pressi di un pub della zona, ma nessuno degli avventori le ha prestato soccorso.
Per rispondere pubblicamente a questo episodio, associazioni e collettivi femminista, tra cui Armonie, sabato prossimo, 18 febbraio, darà vita ad una camminata di protesta nel quartiere.

Violenza sessuale al Savena, la camminata di protesta delle realtà femministe

Camminata di protesta – Basta violenza! Basta indifferenza!” è il titolo dell’iniziativa, che partirà alle 20.30 dai giardini pubblici “Vittorina Dal Monte”, in via Emilia-Levante 140, per perlustrare la zona, compreso il luogo in cui è avvenuta l’aggressione, e per «protestare a gran voce», osserva ai nostri microfoni Valentina Barone di Armonie.
A proposito dell’indifferenza delle persone che hanno assistito alla scena, l’attivista sottolinea quanto sia «difficile una levata di scudi contro la violenza maschile». Ed è per questo che sono le realtà femministe a dare una risposta a quanto accaduto.

Di fronte ad episodi di questo tipo, spesso la risposta delle istituzioni e della politica è securitaria, evocando o predisponendo un aumento della presenza delle forze dell’ordine. Per Barone, però, non è questa la soluzione, «perché mettere più polizia significa mettere un cerotto ad un problema che continua ad esistere, non significa risolverlo».
Al contrario, ciò che servirebbe è adottare strumenti di prevenzione, sia attraverso l’educazione alle giovani generazioni, ma anche «tornare ad avere un senso di comunità e un senso di responsabilità nei confronti delle altre persone perché porta ad averne cura».

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