Il video realizzato dagli attivisti di Plat, accorsi sul posto, non lascia spazio ad interpretazioni. Questa mattina la polizia si è presentata in via Bacchi della Lega, vicino a via Toscana, a Bologna, per eseguire lo sfratto di una famiglia con due minori. A differenza di molte altre situazioni che si registrano in città, anche a causa dell’inflazione, non si tratta di uno sfratto per morosità, dal momento che la famiglia ha sempre pagato l’affitto, ma di uno sfratto per finita locazione, in un contesto in cui, in città, è sempre più difficile trovare alloggi a prezzi accessibili.

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Dalle immagini realizzate da Plat si vedono gli agenti in tenuta antisommossa che usano metodi violenti per fare uscire le persone dall’immobile, in particolare i solidali intervenuti per impedire che la famiglia venisse mandata per strada. Qualcuno evoca l’intervento dei servizi sociali, anche per la presenza di minori, ma ciò non sembra far desistere la celere.

A Bologna lo sfratto di una famiglia che ha sempre pagato l’affitto

La storia della famiglia sfrattata oggi ci viene raccontata da Luca di Plat. «Cinque mesi fa il giudice ha decretato lo sfratto per finita locazione – racconta l’attivista – L’appartamento è di un noto palazzinaro della zona, che vuole vendere per lucrare».
In particolare, la famiglia ha sempre pagato l’affitto, ma non è stata in grado di trovare un’altra locazione in città, anche per i problemi che le persone migranti incontrano nel mercato immobiliare bolognese.
«Due giorni fa i servizi sociali hanno proposto alla famiglia una soluzione che non è una soluzione – osserva l’attivista – La madre e i due minori sarebbero dovuti andare in albergo in un paese della provincia, interrompendo così la continuità scolastica, mentre il padre sarebbe stato lasciato per strada oppure avrebbe dovuto pagare 550 euro per una stanza d’albergo».

Nonostante la presenza di minori, gli attivisti di Plat sottolineano che durante l’esecuzione dello sfratto di questa mattina non c’erano i servizi sociali. I minori, appena svegli e ancor prima di andare a scuola, si sono trovati la celere in tenuta antisommossa davanti a casa.
Dopo alcuni minuti dall’inizio dell’operazione, per evitare che la polizia sfondasse la porta, si è lasciato intervenire un fabbro ed entrare gli agenti.
«La famiglia ha chiesto una soluzione alternativa o semplicemente anche un aiuto per trovare un affitto, visto che in questo caso, per fortuna, riuscirebbe anche ad affrontare la spesa».

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Dopo lo sfratto gli attivisti di Plat si sono recati nella sede dei servizi sociali del Quartiere Savena, dove hanno dato vita ad un’occupazione per chiedere soluzioni dignitose per la famiglia sgomberata.

La precisazione dell’Amministrazione comunale

In giornata è arrivata anche la precisazione dell’Amministrazione comunale, che informa che la situazione della famiglia sfrattata era stata già discussa a ottobre 2022 al Tavolo in Prefettura che tratta le situazioni di sostegno alla fragilità abitativa, momento in cui è stata concessa una proroga fino a gennaio 2023.
«Il Servizio Sociale di Comunità del Quartiere Savena – si legge nella nota di Palazzo D’Accursio – ha quindi operato per l’individuazione di una collocazione in emergenza a favore del nucleo, che è stata reperita e, nella giornata di ieri, è stata comunicata e accettata dalla famiglia con la quale si era convenuto che in data odierna, in esito alla liberazione dell’immobile si sarebbe recata negli uffici del Servizio per il collocamento nella struttura reperita in attesa di un alloggio di pronta accoglienza».

Il Comune conclude che, «come convenuto, il nucleo è stato ricevuto questa mattina negli uffici del Servizio Sociale insieme al proprio legale ed è stato interamente collocato».