Le politiche sull’immigrazione del governo Meloni innescano una risposta a Bologna e in Emilia-Romagna. In particolare una quarantina di realtà di movimento, associazioni e sindacati scenderanno in piazza sabato prossimo, 14 ottobre, contro l’ipotesi che venga realizzato un Cpr (Centro per i rimpatri) nella nostra regione.
Il ritrovo della manifestazione sarà alle ore 15.00 in piazza XX settembre, da cui si muoverà un corteo per il centro cittadino che toccherà anche la Prefettura, dove i manifestanti esprimeranno il loro dissenso alle politiche repressive della maggioranza nazionale.
La manifestazione contro i Cpr in Emilia-Romagna e le politiche migratorie del governo Meloni
La manifestazione contro i Cpr si sabato prossimo, però, nasce da un percorso che alcune realtà cittadine hanno già compiuto nelle settimane scorse, tenendo due assemblee nel giardino Bergonzini di via Mattei. Poco distante dal giardino, infatti, si trova il Cas Mattei, il grande centro di accoglienza straordinaria che in passato era un Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione), chiuso dopo una lotta cittadina contro le strutture di detenzione amministrativa.
Sebbene le persone nel Cas Mattei non siano recluse, le condizioni di vita all’interno rimangono difficili a causa del sovraffollamento, che nei giorni scorsi ha provocato anche una protesta dei migranti ospitati.
Una prima vittoria la mobilitazione delle persone migranti l’ha prodotta. Dal Cas Mattei, infatti, sono state trasferite 200 persone verso altre strutture della regione, in modo da alleggerire la pressione nel centro, che attualmente ospita 800 persone a fronte di una capienza di 250.
«Siamo invece preoccupati – rivela ai nostri microfoni Giulia Sezzi dei Municipi Sociali, una delle realtà promotrici della manifestazione di sabato – per l’ipotesi che ci è stata paventata di trasferire alcune persone nel nuovo campo che verrà costruito nell’ex caserma Gamberini, sulla via Emilia vicino a Ozzano. Si tratta di un luogo remoto e abbandonato e ci sembra che questa idea ripercorra la realizzazione di grandi centri dove le persone vengono ammassate e private dei loro diritti».
La manifestazione contro i Cpr, dunque, sarà anche contro un modello di accoglienza che non garantisce ai migranti la possibilità di accedere ai servizi essenziali e di seguire il percorso per la domanda di protezione internazionale o di cominciare a lavorare ed inserirsi nel tessuto sociale cittadino.
In particolare le persone migranti e coloro che le sostengono rifiutano di essere marginalizzate o rinchiuse in strutture, lontano dagli occhi della popolazione. Proprio per questo la manifestazione di sabato attraverserà il centro di Bologna, per uscire dalle periferie e riprendersi il centro della città.
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIULIA SEZZI: