Nel pugno di ferro che il governo Meloni ha annunciato contro l’immigrazione, sono diversi i provvedimenti problematici. Dalla volontà di dotare ogni regione di un Cpr (Centri per i Rimpatri), alla richiesta di 5mila euro di cauzione che alcuni migranti dovrebbero versare per non finire reclusi in quelle strutture, fino alla possibilità che alcuni minori migranti non accompagnati possano finire reclusi insieme agli adulti.
Per opporsi a queste politiche, a Bologna oggi e domani si svolgeranno un presidio e un’assemblea al grido di “No Cpr, né a Bologna né altrove“.

No ai Cpr, un presidio e un’assemblea a Bologna

Dopo la battaglia (vinta) per la chiusura del Cie di via Mattei, trasformatosi poi in un centro di accoglienza straordinaria, ora Bologna potrebbe essere una delle città dell’Emilia-Romagna scelte per aprire un Cpr. «I Cpr hanno il solo obiettivo di incarcerare le/i migranti per il solo fatto di essere tali», sottolineano gli organizzatori della mobilitazione bolognese.
A promuover la protesta c’è la sezione locale di Mediterranea, insieme ai Munici Sociali di Bologna e ad altre realtà del movimento.
«Le migrazioni risultano strumentali alle battaglie intestine ai partiti, mentre migliaia di persone muoiono nel Mediterraneo e lungo le altre rotte migratorie – scrivono gli organizzatori – Le frontiere vanno eliminate per permettere a tutt* il diritto alla libera circolazione, chiudere i lager di Stato e non costruirne di nuovi».

Per queste ragioni questa sera, alle ore 19.00 in piazza Roosvelt, davanti alla Prefettura, si svolgerà un presidio al grido di “Basta lager di Stato!”.
Domani, invece, si terrà un’assemblea pubblica contro i Cpr in Emilia-Romagna. L’appuntamento è alle 16.00 al giardino Bergonzini di via Mattei, luogo scelto non a caso visto che il precedente Cie di Bologna si trovava nella stessa strada.
«Questa battaglia passa dalla difesa della città di Bologna – osserva ai nostri microfoni Damiano, uno degli organizzatori – ma già da subito ha guardato a tutta l’Emilia-Romagna, perché se non aprono un Cpr a Bologna, ma lo aprono a 20 chilometri non è che la cosa ci sta bene o cambi».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DAMIANO: