Si è tenuta oggi, di fronte al Cas di via Mattei, un’assemblea voluta dal Coordinamento Migranti per denunciare le condizioni in cui versano i richiedenti asilo. La lista di problematiche è lunga: dal sovraffollamento ai ritardi nell’erogazione del pocket money, passando per il mancato rilascio dei documenti. Problemi che nel loro insieme rendono insostenibile la vita dei migranti.
«Il sindaco Matteo Lepore venga qui a vedere il vero degrado», è l’appello di Michele Cento di Coordinamento Migranti.

Il Cas Mattei è sovraffollato: migranti abbandonati senza la possibilità di fare domanda d’asilo

Nel Cas via Mattei vivono 800 persone, nonostante la struttura sia tarata per 200 presenze, già di per sé distribuite in modo costipato, con varie camerate da dieci posti letto. La soluzione scelta con i nuovi arrivi è l’aver montato delle tende, le quali, ovviamente, non garantiscono gli standard minimi di salubrità. Dalle infiltrazioni d’acqua al caldo che ancora caratterizza questo ottobre: situazioni che peggiorano la vita quotidiana dei migranti ospitati.
Il sovrannumero si riflette poi sui servizi igienico-sanitari, così come sull’erogazione dei pasti.
Michele Cento del Coordinamento Migranti ha spiegato ai nostri microfoni come «manchino i servizi minimi, con bagni otturati e file di ore per i pasti. I ritardi nell’erogazione del pocket money creano poi un circolo vizioso da cui non se ne esce».
I migranti stessi, durante l’assemblea, hanno parlato di come le forniture più recenti del pocket money risalgano ad agosto, per i fortunati che sono riusciti a ottenerla.

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Protesta al Cas Mattei

Il problema più grande, però, è quello relativo ai documenti, in particolar modo il rilascio dei permessi di soggiorno provvisori. Ai ragazzi viene negata la possibilità di avviare la procedura di richiesta asilo, quindi la possibilità del poter essere regolarmente in Italia.
Non avere i documenti significa non poter lavorare né ricevere le cure mediche, significa vivere in una condizione di povertà e di precarietà.
I ragazzi hanno poi denunciato come i ritardi siano legati al colore della pelle: parlano di come chi non viene dalla cosiddetta Africa Nera non soffra di questi problemi.

«Questi ritardi non sono tecnici, ma ritardi di natura politica – afferma l’attivista – È lo stato ad essere il primo artefice della condizione di clandestini; questi ragazzi sono infatti clandestini per mano dello Stato».
Adam, uno dei migranti ospitati dal centro, ha spiegato come nonostante sia arrivato al Mattei da tre mesi, ancora non ha avuto la possibilità di avviare alcun tipo di pratica: tre mesi, zero incontri con le istituzioni.

Il Coordinamento Migranti denuncia la situazione, e chiede l’intervento del sindaco Lepore per rendere la situazione se non migliore, quantomeno più limpida. Ancora Cento: «se dalla Prefettura non ci aspettiamo niente, al massimo indifferenza espressa tramite i soliti tavoli inconcludenti, abbiamo interpellato il sindaco. Se appunto tiene, come va spesso ripetendo, al tema del degrado in città, il Comune venga a vedere il degrado e le condizioni vergognose in cui sono i migranti, permetta l’accesso ai giornalisti per far vedere cosa sta succedendo qui».

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Pietro Rossi