Entra nel vivo “RiArt – Artiste/i per la pace e contro la guerra”, la call artistica di Radio Città Fujiko per dire “No” al riarmo. Tra le artiste che hanno aderito alla chiamata c’è anche la fumettista e illustratrice Antonella Selva, conoscenza di lungo corso dell’emittente.
Selva ha partecipato inviandoci una tavola contro la guerra e per la diserzione, che al suo interno contiene diversi elementi simbolici dell’attivismo del presente.
La tavola di Antonella Selva per Riart: giovani, diserzione e attivismo
Nata nel 1960, Antonella Selva ha già all’attivo la pubblicazione di diverse graphic novel, come “Femministe, una storia di oggi” (Nuova S1 edizioni, 2015) e “Donne terra dignità” (AstArte edizioni, 2024) ed ha coordinato laboratori di graphic journalism collettivo, come quello nel rione Pescarola di Bologna che ha portato alla pubblicazione di “Volando basso”.
Al disegno Selva affianca l’attivismo. È infatti militante di diversi movimenti bolognesi e non solo che si battono per la salvaguardia ambientale e i diritti.

La tavola che ha inviato per RiArt ritrae uno zio Sam, emblema degli Stati Uniti e di una certa tendenza al militarismo, con la famosa frase “I want you”. Sullo sfondo si può intravedere uno scenario fatto di guerra, con missili e centrali nucleari, mentre in primo piano campeggiano diversi simboli di resistenza e di attivismo contemporanei.
Uno di questi ritrae un palestinese con le tipiche bolas utilizzate durante l’Intifada, sole armi con cui un popolo martoriato affronta il ben equipaggiato esercito israeliano.
Nella tavola troviamo anche due attivisti seduti sui rami di un albero e il richiamo sembra essere alla battaglia del Comitato Besta di cui Antonella fa parte per difendere il parco Don Bosco dal piano del Comune di Bologna che voleva abbattere decine di alberi.
Nell’opera, infine, campeggiano anche altri attivisti che stanno scrivendo su un muro con le bombolette spray. La parola che si legge è troncata, ma si possono chiaramente distinguere le lettere “diser”… Facile quindi completare la parola, che potrebbe facilmente diventare “diserzione” o “diserta”.
«Ho pensato di fare un disegno che provasse a rappresentare il modo in cui l’opposizione ai venti di guerra si manifesta anche non manifestandosi, in un certo senso – spiega l’artista ai nostri microfoni – Si parla molto del concetto di “grandi dimissioni”, della tendenza dei giovani di ritirarsi, in primo luogo dal lavoro, ma anche dalla politica attiva e dall’impegno. Io credo che questo segnale sia da intendere come una dichiarazione d’intenti, come uno schierarsi».
Selva sottolinea che per molti dei giovani che appartegono a queste subculture la militanza non è quella tradizionale organizzata dai partiti, ma riguarda situazioni in cui sentono che la propria fisicità, i propri corpi, possono fare la differenza.
La tavola di Antonella Selva sarà esposta durante una delle prime apparizioni pubbliche della campagna RiArt, in particolare martedì 17 giugno alla Certosa di Bologna.
ASCOLTA L’INTERVISTA A ANTONELLA SELVA: