È in corso il festival dedicato alla documentazione di quell’universo di problemi che riguardano le violazioni dei diritti dell’umanità, non si tratta solo di film, all’interno troviamo anche incontri con rappresentanti delle associazioni che le combattono. In questo ambito ho partecipato all’incontro stampa con Veronika Velch che è la nuova direttrice di Amnesty International in Ucraina, esperta di comunicazione internazionale e avvocata per diritti umani.

Il marito di Veronica Velch, Oleg Sentsov, famoso regista ucraino, è impegnato al fronte e lei si trova nel doppio ruolo di osservatrice e vittima in questo conflitto. Il paese è continuamente bersagliato da missili e droni, la linea elettrica è distrutta al 70% con gravi problemi per il riscaldamento e per le comunicazioni, pertanto vige la legge marziale, chiunque può essere arruolato, i messaggi sono spiati e i giornalisti hanno difficoltà ad avere accesso alle informazioni.

Nei paesi occupati il diritto allo studio è gravemente compromesso, le scuole vengono occupate dall’esercito e gli insegnati devono nascondere la loro identità perché i russi li avversano per primi. Le famiglie sono costrette a emigrare per fornire un’istruzione ai figli, probabilmente in piccoli villaggi dove non si integreranno mai. Amnesty pur godendo di notevole reputazione internazionale non riesce ad essere operativa al 100% e alcuni attivisti devono lavorare dall’estero, tuttavia i prigionieri russi vengono trattati con tutti i diritti e le prigioni sono visitabili con il supporto della Croce Rossa. Diversamente non si sa nulla dei prigionieri ucraini in Russia ai quali è stato tolto il telefonino con la scusa che non è specificato nella Convenzione di Ginevra del 1949.

Si presenta un futuro molto difficile ma a questo punto torniamo in sala per le proiezioni.

La tematica più attuale è quella palestinese:

NO OTHER LAND

di Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal & Rachel Szor, un reality film sull’occupazione di un insieme di villaggi in Cisgiordania. L’amicizia tra un giornalista israeliano e un’attivista palestinese lo rende davvero speciale nella documentazione di uno scempio devastante che lascia molto amaro negli occhi.

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TO A LAND UNKNOWN

di Mahdi Fleifel

Spero che questo film arrivi nelle sale italiane, è un capolavoro assoluto che tratta con crudo realismo la situazione disperata di due profughi palestinesi bloccati ad Atene. È la legge spietata della sopravvivenza che li porta verso un destino sfortunato. Bello anche lasciare in sospeso le storie, noi rimaniamo con Chatila, quello che non sa lui nemmeno noi lo sapremo.

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