Li definivano “angeli” o “eroi” appena un anno fa e oggi rischiano di vedersi decurtato significativamente il salario. Per questo le categorie del personale sanitario di Cgil, Cisl e Uil domani daranno vita ad un presidio in tutta l’Emilia-Romagna per chiedere alla Regione e al Governo di rimpinguare in modo continuativo, e non con provvedimenti una tantum come avvenuto nel 2020, i fondi contrattuali della contrattazione integrativa e la valorizzazione professionale dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità.

Personale sanitario, il rischio del taglio al salario

Il salario del personale sanitario rischia di essere decurtato. In particolare, a rischiare è una fetta consistente, pari al 30%, che dipende dalle indennità legate ai fondi di contrattazione integrativa e di valorizzazione professionale.
«Una norma del 2015 – spiega Gaetano Alessi, segretario della Fp-Cgil di Bologna – ha cristallizzato quei fondi, al punto che rimangono sempre gli stessi indipendentemente dal numero del personale».
Il problema, quindi, come ha sintetizzato Gastone Spizzichino della Fpl-Uil regionale, è che la torta è rimasta la stessa, ma è aumentato il numero di persone che vi mangiano.

In particolare, per il solo personale sanitario di Bologna, nel 2020 si è registrato un aumento di mille unità a causa dell’emergenza dettata dal Covid-19. E le risorse del fondo, che prima coprivano il salario accessorio di circa 6700 persone ora dovrebbero coprirne 7600.
La situazione che si è creata, quindi, è che a lavoratrici e lavoratori viene chiesto di prestare servizi di maggiore incisività a causa della pandemia, ma in un contesto di mancanza di risorse che non ne permette la valorizzazione.
Ma non è tutto, perché oltre al danno c’è la beffa: nell’imolese, a Ferrara e in altri territori a lavoratrici e lavoratori sono già stati chiesti indietro alcuni emolumenti per rientrare del bilancio negativo delle aziende sanitarie di riferimento.

Mentre nel 2020, con interventi una tantum, Governo e Regione hanno rimpinguato i fondi, infatti, le risorse aggiuntive per il 2021 non sono state assicurate. E se l’azienda sanitaria chiude l’esercizio in negativo, l’unico modo che ha per recuperare l’ammanco è tagliando il salario accessorio di lavoratrici e lavoratori.
Per questo motivo, Cgil, Cisl e Uil chiedono a Governo e Regione di rifanziare i fondi in modo continuativo. E per avanzare la richiesta daranno vita a presidi.
Nella nostra città la mobilitazione toccherà il Maggiore, il Sant’Orsola e il Rizzoli.

ASCOLTA LE PAROLE DI GAETANO ALESSI: