Questa sera a Firenzuola, Comune dell’Appennino tosco-romagnolo in provincia di Firenze, ci sarà un’assemblea pubblica per sensibilizzare la cittadinanza sul disastro ambientale che è ha colpito il territorio lo scorso maggio.
In particolare, il 13 e 14 marzo scorsi, in occasione delle forti piogge che hanno colpito il territorio, uno smottamento del terreno ha provocato una frana di un’ex-discarica risalente agli anni ’70 nel torrente Rovigo, che confluisce poi nel Santerno. Decine di migliaia di tonnellate di rifiuti di varia natura hanno inquinato un luogo di grande valore sia naturalistico che storico.

Il disastro ambientale a Palazzuolo, dove la discarica è franata nel torrente, ma ai cittadini è impedito di aiutare

È trascorso un mese da quando una discarica risalente al 1971, per la quale c’erano state proteste e anche un’interrogazione parlamentare, è franata nel torrente Rovigo, in località Spiagge, frazione di Palazzuolo sul Senio.
Il disastro ambientale è stato chiaro fin dai primi momenti, poiché le plastiche, ma anche materiale medico ed ethernit si sono riversati nel corso d’acqua e, con la piena, sono stati trascinati a valle.
«La prima legge sulle discariche per la tutela ambientale risale al 1982 – ricostruisce ai nostri microfoni Mirco, attivista delle Brigate di Solidarietà Attiva, una delle realtà che ha lanciato l’allarme sulla situazione – Fino ad allora era in uso anche per le Amministrazioni comunali fare un buco e buttarci dentro tonnellate di rifiuti, tra l’altro senza un isolamento con il terreno per impedire che il percolato inquinasse le falde acquifere».

Per cinquant’anni quella discarica non si è più manifestata, ma le piogge di metà marzo scorso hanno provocato uno smottamento e i rifiuti sono franati nel torrente Rovigo. I cittadini della zona, ma anche i frequentatori di quei boschi si sono da subito mobilitati, ma alla loro solerzia è stato messo un freno da parte della Prefettura di Firenze, che ha emesso un’ordinanza che impedisce ai volontari di andare a pulire.
«È stata incaricata un’impresa e si è mobilitata anche una colonna della protezione civile – spiega l’attivista – ma la quantità di rifiuti, si parla di 60mila tonnellate, è tale che servirebbero centinaia di persone per pulire tutto».

Le Brigate di Solidarietà Attiva insieme ad altre realtà avevano messo insieme un migliaio di volontari disponibili per intervenire e cercare di contenere il più possibile il disastro ambientale, ma le autorità hanno scelto di tagliarli fuori e procedere solo attraverso canali istituzionali.
Nel frattempo, in queste settimane sono stati presentati due esposti, uno alla Procura di Firenze e uno alla Procura di Bologna, per disastro ambientale colposo. Inoltre sono state lanciate diverse petizioni e raccolte firme, tra cui una che chiede la bonifica delle ex-discariche presenti nella zona.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MIRCO: