Da lunedì 13 aprile 2020 sulle onde di Radio Città Fujiko 103.1 FM, dalle ore 9.00 alle 9.30, va in onda un nuovo programma radiofonico, “Liberi dentro – Eduradio,” un programma per il carcere e non solo.

Un programma radiofonico di didattica, cultura e informazione per il carcere e la cittadinanza

Nato dal desiderio di non interrompere, a causa dell’emergenza sanitaria, il servizio culturale, educativo, di assistenza spirituale che da alcuni anni fornisce una importante rete bolognese formata da alcune realtà esterne che operano in carcere, il programma unisce le voci di tutti gli insegnanti della scuola del carcere Dozza di Bologna (CPIA metropolitano), le associazioni di volontariato (Associazione volontari per il cacere A.Vo.C e Il Poggeschi per il carcere), i Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale e i diversi rappresentanti delle fedi (Cappellano, imam, Vescovo di Bologna) per superare le distanze che separano il carcere dalla società. Il progetto ha anche ottenuto il beneplacito dell’amministrazione carceraria.

Il programma prende il suo nome dall’omonimo Blog intorno al quale si sono radunate le energie di volontarie e insegnanti, nonché l’interesse e la partecipazione delle autorità religiose cittadine, in seguito all’invio di una lettera aperta ai garanti, spedita all’indomani della rivolta del 9 marzo nel carcere bolognese, in cui si proponeva l’urgenza di una iniziativa a distanza sia per garantire l’istanza rieducativa propria del carcere sia come per far sentire ai detenuti una presenza e un’attenzione alla loro situazione.

Unire le voci per dare voce a un progetto “a distanza”: mentre aziende, scuole, privati si sono buttati sul web dopo l’insorgere della pandemia, la peculiarità del carcere e le limitazioni hanno costretto i promotori a diventare ancora più creativi. In attesa di una diversa opportunità come potrebbe essere quella costituita da un eventuale canale digitale che volesse mettere a disposizione i propri spazi in futuro, l’utilizzo dello strumento radiofonico è stato scelto dai promotori proprio perché è l’unico mezzo in grado di far tornare idealmente gli insegnanti e i volontari in carcere e, anche in questo momento, farli sentire quanto più prossimi ai carcerati loro studenti. Il programma sarà così in grado di raggiungere quanti più detenuti possibile e di colmare il vuoto creatosi, almeno in via provvisoria, finché non sarà possibile ripristinare le varie attività dentro il carcere. Proprio a questo scopo, i detenuti verranno forniti di radio acquistate dalla rete dei promotori e donate al carcere.

I podcast della trasmissione

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