La manifestazione “Una piazza per l’Europa” lanciata da Michele Serra e la Repubblica e svoltasi lo scorso 15 marzo a Roma continua a produrre strascichi. Nulla di imprevisto, dal momento che sono stati due sindaci, il bolognese Matteo Lepore e la fiorentina Sara Funaro, a rinfocolare la questione, organizzando per domenica prossima, 6 aprile, a Bologna una esplicita replica dell’appuntamento di piazza del Popolo.
Come era accaduto nella capitale, anche a Bologna ci sarà una contromanifestazione, prevista alle 15.00 in piazza San Francesco, che si propone di fugare le ambiguità e schierarsi apertamente per pace, disarmo, solidarietà e internazionalismo.
La contromanifestazione bolognese contro il “suprematismo europeo”
«Una replica a Bologna della manifestazione del 15 marzo, con le stesse caratteristiche, per noi è qualcosa di politicamente terribile – osserva ai nostri microfoni Riccardo Rinaldi di Potere al Popolo, una delle realtà che ha organizzato la contromanifestazione – Se prima del 15 marzo ci potessero essere state delle ambiguità su cosa voleva dire una piazza per l’Europa, sul palco sono svanite nei discorsi di Vecchioni e Scurati. Abbiamo visto un vero e proprio passaggio di suprematismo europeo, in cui veniva raccontata solo una parte della storia e dimenticando la nostra complicità nelle guerre in giro per il mondo».
Al contrario, gli organizzatori della contromanifestazione rivendicano la solidarietà fra i popoli e l’internazionalismo, quindi rigettano anche l’impostazione dell’appuntamento di Lepore e Funaro.
Un altro elemento su cui si punta il dito è quello del finanziamento della manifestazione. «Il sindaco di Roma Gualtieri apertamente ha detto di aver finanziato con 300mila euro la manifestazione romana, per questa ragione i compagni di Roma hanno presentato un esposto per danno erariale», sottolinea Rinaldi.
Il rischio è che a Bologna avvenga la stessa cosa e i detrattori sostengono che la piazza chiamata dai due sindaci non abbia il carattere di istituzionalità né di popolarità per giustificare una spesa con fondi pubblici.
Su questo tema proprio oggi Lepore ha rassicurato: per la manifestazione di domenica sono stati trovati degli sponsor che sosterranno i costi.
Oltre a Potere al Popolo, la contromanifestazione di Bologna ha già l’adesione di Usb, Comitato Besta, Sgb, Cambiare Rotta, Peacelink, Osa, Centro Sociale Culturale Villa Paradiso, Rete dei Comunisti, Ecoresistenze, San Pietro Pubblica e Solidale, Circolo Granma, Medicina Attiva, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, Partito Comunista Italiano, Sinistra Unita Bologna e Casa del popolo 20 Pietre.
«La contromanifestazione è animata da diversi tipi di realtà che stanno facendo un ragionamento per mettere in discussione questa inebriatura di suprematismo europeo – afferma Rinaldi – che sotto sotto, ma nemmeno troppo, va a dare una giustificazione o al riarmo o alla difesa comune».
È proprio sul binomio riarmo-difesa comune che, ad esempio, la segretaria del Pd Elly Schlein ha costruito la sua posizione. Schlein dice no al piano da 800 miliardi di ReArm Europe, ma sostiene invece la difesa comune europea.
«Difesa comune, alla fine, significa un esercito europeo – commenta l’esponente di Potere al Popolo – In questo momento ciò significa la proiezione di una maggiore capacità militare dell’Europa in giro per il mondo. Ricordiamo la complicità dei Paesi europei nelle guerre in Afghanistan, Iraq e in altri Paesi. Un esercito europeo vorrebbe dire continuare con quella politica a un livello maggiore, cioè un salto quantitativo e qualitativo della capacità imperialista dell’Europa. A questo noi ci opponiamo in tutti i modi».
ASCOLTA L’INTERVISTA A RICCARDO RINALDI: