Domani, giovedì 9 giugno, alle 18.30 al Centro Sociale della Pace di via del Pratello, il giornalista di origini turche Murat Cinar presenterà il suo libro “Undici storie di resistenza, undici anni della Turchia“.
Il libro nasce da un lavoro di ricerca e monitoraggio durato tre anni, è nato grazie ad una campagna di crowdfunding e racconta le storie della nuova diaspora turca, che ha portato all’esilio molti oppositori al regime di Recep Tayyip Erdoğan.

Gli esuli della nuova diaspora turca nel libro di Murat Cinar

«Il lavoro alla base del libro è concentrato sulla nascita della nuova diaspora composta da persone che vengono dalla Turchia e si trovano ora a vivere in Europa», racconta Cinar ai nostri microfoni.
Il libro, sostenuto da una campagna su Produzioni dal Basso, porta il patrocinio di Giuristi Democratici, Fnsi e Amnesty International, a testimoniare le storie di resistenza democratica al regime che si è installato in Turchia negli ultimi undici anni, quelli presi in esame dal giornalista.

Le storie raccontate nel libro sono quelle di undici persone, che Cinar ha intervistato, che hanno sviluppato senso critico e hanno iniziato a lottare le Paese d’origine, a volte pagandone conseguenze salate, al punto che hanno dovuto andare in esilio in Europa.
Alle loro storie, il giornalista intreccia quella personale, della sua famiglia. «Sono nato durante la dittatura del 1980 – racconta Cinar – E parecchie cose purtroppo, anche se sono passati 41 anni, si ripetono. Le persone, per esempio, devono di nuovo lasciare la Turchia come la mia famiglia ha rischiato in quel periodo».

Il libro rappresenta un’occasione per comprendere meglio la storia contemporanea della Turchia, conoscere le anime resistenti che ci sono in quel Paese, avere alcuni spunti per approfondire.
Del resto, ciò che sappiamo in Italia della Turchia è davvero poco, perché i giornali danno spesso un’immagine superficiale, distratta, al punto da far apparire Erdoğan un presidente amato da tutta la popolazione.
«Questo dipende da diversi fattori – osserva il giornalista – Da un lato da una certa politica che ha utilizzato Erdoğan a proprio vantaggio. Come ha detto il premier italiano Mario Draghi, Erdoğan è un dittatore utile».

Cinar però riflette anche sul giornalismo italiano e sulla sua poca formazione, il fatto che molti giornalisti italiani non conoscano il turco ma parlino solo nella lingua madre e una certa attitudine ad occuparsi di questioni estere «come se fosse il risultato di una partita di calcio», sottolinea il giornalista.
Ecco dunque che il libro presentato al Centro Sociale della Pace può essere uno spunto per approfondire un tema che riguarda tutti, come testimonia il ruolo della Turchia sulla crisi migratoria o nella guerra in Ucraina.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MURAT CINAR: