L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia”, svoltosi a Locri, in Tribunale, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi).
Lucano era imputato di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’ex sindaco dovrà anche restituire 500mila euro riguardo i finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal Governo.

La condanna di Mimmo Lucano come «una vendetta»

«Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione – ha detto Lucano – Grazie, comunque, lo stesso – ha aggiunto – ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica».
«Una sentenza lunare e una condanna esorbitante che contrastano totalmente con le evidenze processuali», commentano gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua, difensori di Lucano e annunciano il ricorso in appello dopo la lettura delle motivazioni.

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Il leader della Lega Matteo Salvini, che in questi giorni si trova in difficoltà per la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il suo ex collaboratore Luca Morisi, immischiato in una vicenda di droga e festini, non si è lasciato sfuggire l’occasione.
«Guadagnava illecitamente sulla gestione degli immigrati, 13 anni di condanna al sindaco di sinistra (e candidato di sinistra alle Regionali in Calabria) Mimmo Lucano, paladino dei radical chic. Giornalisti e politici di sinistra indignati ne abbiamo? No, sono tutti impegnati a fare i guardoni in casa altrui…», ha commentato Salvini su Facebook.

Di «vendetta che ribalta la verità» parla invece ai nostri microfoni Paolo Ferrero, che definisce la sentenza scandalosa. «Una persona e un’Amministrazione che hanno fatto dell’accoglienza e della solidarietà il loro tratto distintivo vengono descritte come un’associazione a delinquere di sfruttamento degli immigrati clandestini», aggiunge l’ex ministro.
Ferrero lega la vicenda ad un clima politico più generale in cui comunque la magistratura è emersa e che, oltre a Lucano, ha colpito nei giorni scorsi Nicoletta Dosio del movimento No Tav. «È un clima di normalizzazione che è pericoloso – sottolinea – In questo Paese non ci sono più i terreni attraverso cui esprimere un’alternativa».

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