A Palazzo D’Accursio stamattina si è tenuto un presidio dei lavoratori di Bsc (Bologna servizi cimiteriali) e Bsf (Bologna servizi funerari) nell’ambito della mobilitazione promossa da Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti per denunciare la situazione di stallo societario di Bsc. Le controversie fra il Comune, socio pubblico, e il socio privato hanno portato portato al blocco del bilancio 2020 e del budget 2021. Il risultato è che la cinquantina di lavoratori impiegati nei servizi funerari non ha percepito il salario di produttività.

Salari di produttività dei lavoratori dei cimiteri in ostaggio di controversie societarie

La consigliera comunale Dora Palumbo, candidata sindaca di Sinistra Unita per Bologna, ha partecipato al presidio dei lavoratori, esprimendo loro solidarietà. Nelle settimane scorse, attraverso interrogazioni in Consiglio comunale, Palumbo aveva sollecitato la giunta a trovare una situazione. «È inaccettabile – osserva Palumbo – che un servizio pubblico, peraltro redditizio, si trovi ostaggio del socio privato di minoranza, mettendo a repentaglio il servizio stesso e le lavoratrici e i lavoratori. Per questo è fondamentale che l’amministrazione dia ascolto alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti e ai sindacati, e che dia loro delle risposte».

Oltre al salario di produttività, però, l’attuale stallo in Bsc comporta un blocco degli investimenti e delle attività, nonché di progetti di sviluppo già approvati, come il potenziamento del polo crematorio. Una lite tra soci che blocca un’azienda che fattura 12 milioni di euro con 3 milioni di utili e che eroga un servizio pubblico. «Se ci fossero guasti il servizio rischierebbe di essere sospeso – mette in guardia la consigliera comunale – Basti pensare a cosa succederebbe se ci fosse un guasto del forno crematorio: Bologna che ha aiutato altre città in crisi, come Bergamo, si troverebbe in forte difficoltà».

I problemi in Bsc risalgono già al 2013, con l’assegnazione del bando dopo la fuoriuscita di Hera dalla gestione. Gli scontri tra socio pubblico (al 51%) e privato (al 49%) hanno spesso raggiunto anche le aule di tribunale.
Uno scenario che potrebbe durare fino al 2043, visto che la gestione è trentennale. Un’ipotesi che, alla luce di ciò che sta accadendo, preoccupa non poco. Ecco perché, tra i lavoratori, i sindacati e la stessa Palumbo viene avanzata la richiesta di una gestione di tipo diverso, riportando in house il servizio. «Speriamo che il Comune reinternalizzi il servizio – auspica Palumbo – magari coinvolgendo anche i piccoli Comuni intorno a Bologna che hanno difficoltà a gestire i cimiteri».

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