Il mondo del Credito Cooperativo è impegnato in questi giorni in un delicato percorso di autoriforma, dettato in qualche modo dalla spinta del governo sulla scia della trasformazione in spa delle maggiori Popolari. Altro tema caldo quello del contratto nazionale, dopo lo sciopero del settore dello scorso 2 marzo. Intanto i vertici di Emil Banca esprimono soddisfazione per il bilancio 2014.
Emil Banca ha presentato il bilancio 2014. “Un bilancio molto positivo – commenta il presidente Emil Banca Giulio Magagni – ma le sfide che ci attendono non ci permettono di cullarci sugli allori”. Le banche di credito cooperativo sono infatte impegnate in un programma di autoriforma, con il quale intendono darsi una nuova organizzazione senza però rinunciare alla propria diversità rispetto alle banche commerciali. Escluso dal provvedimento dell’esecutivo dello scorso gennaio, quello sulla trasformazione delle maggiori banche popolari in spa, il credito cooperativo è stato comunque soggetto a una spinta verso una sua riorganizzazione da parte del governo.
La presidenza di Federcasse (la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali), ha incontrato ieri a Roma le organizzazioni sindacali di rappresentanza dei 37 mila dipendenti del Credito Cooperativo italiano per presentare i contenuti della delibera assunta dal Consiglio Nazionale lo scorso 12 marzo sul tema dell’autoriforma del sistema BCC. “La riforma è un’opportunità per il credito cooperativo – dichiara Giulio Magagni – per noi è però essenziale che si mantenga inalterato lo spirito che ci contraddistingue, ossia che le banche di credito cooperativo rimangano banche del territorio, autonome, sostenute dai soci. Vogliamo evitare una omologazione con i grandi gruppi”.
Tra i temi caldi del momento anche quello del contratto nazionale. Lo scorso 2 marzo i lavoratori del settore del credito cooperativo avevano scioperato contro la disdetta unilaterale del contratto da parte di Federcasse. Un nuovo confronto con le organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto è previsto per lunedì 23 marzo. “Spero che si trovi un modo per risolvere il problema – afferma Magagni – in un momento così complesso si deve trovare un accordo perché le risorse umane nel nostro settore sono la parte più importante della nostra attività”.