Erano le 10.12 del 28 maggio 1974 quando, durante una manifestazione contro il terrorismo a Brescia, in piazza della Loggia, esplose una bomba nascosta in un cestino che provocò complessivamente 8 morti e 102 feriti. Dopo anni di indagini, depistaggi e processi furono individuati la matrice chiaramente neofascista dell’attentato e i responsabili dello stesso, appartenenti a Ordine Nuovo, la formazione fondata dall’ex segretario dell’Msi Pino Rauti.
Oggi, proprio a Brescia, Fratelli d’Italia vuole intitolare a Pino Rauti un suo circolo.
La “responsabilità morale” di Pino Rauti nella strage di piazza della Loggia a Brescia
Rauti venne coinvolto nel processo per la strage di piazza della Loggia, dove tuttavia venne assolto, mentre ad essere condannati sono stati, quali esecutori materiali, Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di “fonte Tritone” dei servizi segreti), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (che ha trasportato l’ordigno). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi.
Nella requisitoria del pm Roberto Di Martino, che portò all’assoluzione di Rauti, il magistrato sostenne che quella del fondatore di Ordine nuovo fu una «responsabilità morale, ma la sua posizione non è equiparabile a quella degli altri imputati dal punto di vista processuale».
L’intitolazione a Rauti di un circolo di Fdi a Brescia, dunque, appare come un vero e proprio affronto alla città, ferita dalla bomba neofascista. «È più di un affronto – afferma ai nostri microfoni Dino Greco, ex segretario della Camera del Lavoro della città lombarda – se consideriamo che, accanto a Rauti, c’è un secondo circolo che vogliono intitolare ad Almirante».
La manifestazione per chiedere la chiusura del circolo di Fdi
Greco è tra gli organizzatori del presidio, promosso da Unione Popolare, che si terrà proprio in piazza della Loggia a Brescia sabato prossimo, 19 novembre. La manifestazione chiederà proprio la chiusura del circolo di Fdi perché, ricorda Greco, «la XII disposizione della Costituzione che vieta in qualsiasi forma la ricostituzione del disciolto partito fascista è ancora valida».
E che la tradizione a cui si ispirano gli esponenti locali del partito di Giorgia Meloni è esattamente quella, visto il richiamo che hanno fatto alla tradizione incarnata da Rauti.
L’ex segretario della Camera del Lavoro di Brescia, dunque, ripercorre le gesta di Rauti, fin dal suo arruolamento volontario nella Repubblica Sociale Italiana, in particolare nel corpo di torturatori della Guardia Nazionale Repubblicana, passando per la militanza nell’Msi, fino a rompere da destra per fondare Ordine Nuovo.
E poi ancora: la vicinanza con ambienti golpisti e il coinvolgimento nelle indagini sulla stagione stragista nera che sconvolse l’Italia, come la strage di piazza Fontana a Milano, fino a quella di Brescia.
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