L’incidente avvenuto in territorio polacco, dove un missile inizialmente attribuito ai russi ha causato due morti, ha rischiato di innescare un’escalation nella guerra in Ucraina, con un allargamento del conflitto e il coinvolgimento diretto della Nato, di cui la Polonia è membra.
L’alleanza atlantica e in primis il presidente statunitense Joe Biden hanno però ridimensionato il caso, sostenendo che non è stata la Russia a lanciare il missile e impedendo di fatto una degenerazione della situazione.

In Italia, invece, appena appresa la notizia dell’incidente in Polonia non sono mancate le prese di posizione dei leader politici che, improvvidamente, hanno usato toni duri prima ancora che si accertassero le responsabilità di quanto avvenuto.
Tra questi spiccano Carlo Calenda e Enrico Letta, che pure aveva partecipato alla manifestazione per la pace di Roma, che in un tweet soffiano sul fuoco.

Il tweet di Carlo Calenda
Il tweet di Enrico Letta

Nel libro “Frontiera Ucraina” un’analisi sul militarismo

Una chiave di lettura sugli effetti del conflitto in Ucraina e sull’impatto che sta avendo a livello mondiale la troviamo in “Frontiera Ucraina – Guerra, geopolitiche e ordine internazionale” (Edizioni Il Mulino), il libro di Francesco Strazzari, docente di Relazioni Internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il libro verrà presentato questo pomeriggio alle 18.00 a Làbas, in Vicolo Bolognetti, in un incontro in cui interverranno, oltre all’autore, Stefania Battistini, giornalista inviata Rai, appena tornata da Kherson, Emanuele Valenti, giornalista di Radio Popolare a lungo inviato in Ucraina e Giulia Felici di Ya Basta Bologna.

«È una lettura critica a 360 gradi che prova a smontare qualche mito spesso utilizzato nei referendum pacifismo vs visioni belliciste – spiega l’autore ai nostri microfoni – andando a guardare al contenuto ideologico e militare di questa guerra, per metterli in linea, capire come l’uno sostenga l’altro e come il militarismo sia un problema per la difesa delle democrazie, anche laddove le armi dimostrino di aver segnato un punto importante per contenere l’aggressione russa».
Il tema evocato da Strazzari è quello della spesa militare, ma anche il fatto che siano saltati tutti i programmi di disarmo, già vacillanti da due decenni.

«La domanda di fondo è quanto la democrazia per rimanere egemone su scala internazionale abbia bisogno di percorrere una china che la mette in difficoltà sulla designazione del nemico e anche sul piano dell’autoritarismo e di contraddizioni interne», osserva il docente.
Per Strazzari quella in Ucraina «è una guerra di frontiera che dà una scossa all’ordine internazionale disegnato settant’anni fa. E pone anche il problema del rapporto con il resto del mondo, l’ex Terzo mondo, il mondo colonizzato».

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO STRAZZARI: