Riparte la rassegna N-Word – Traiettorie nella galassia afroamericana dell’Istituto Parri – Bologna Metropolitana: appuntamento giovedì 17 novembre alle ore 18.30 in via Sant’Isaia 18, insieme al Centro Amilcar Cabral.

50 parole chiave per abbattere la semplificazione dell’Africa

Giovedì 17 novembre alle 18.30 si terrà il quarto incontro di N-word – Traiettorie nella galassia afroamericana, parte della rassegna organizzata dall’Istituto Storico Parri per esplorare l’identità culturale del popolo afroamericano attraverso alcuni tra i suoi aspetti fondamentali: musica, cinema, lotta e parole. Dopo l’evento dedicato agli incroci tra musica e storia, quello incentrato sul cinema blaxploitation e quello con il rapper Amir Issaa sulle parole, il nuovo appuntamento racconterà le radici. All’incontro, organizzato insieme al Centro Amilcar Cabral, verrà presentato il libro di Luca Jordan e Karin PallaverParlare d’Africa. 50 parole chiave“, che esplora gli stereotipi e le semplificazioni che distorcono la rappresentazione dell’Africa. 

Abbiamo intervistato il giornalista e scrittore che ha curato la rassegna, Carlo Babando, che prenderà parte al dibattito sul libro insieme a Karin Pallaver: una chiacchierata con un’africanista a proposito di Africa. Carlo considera il libro «perfetto per connettere la cultura africana a quella europea e a quella afroamericana». «Parlare d’Africa si muove all’interno di 50 parole chiave che aiutano ad abbattere quelle semplificazioni a cui inevitabilmente siamo costretti ad arrenderci», spiega. Aggiunge ancora: «le 50 parole sono collegate l’una a l’altra: si passa dal parlare di etnie e tribù, per poi arrivare a parlare di colonizzazione e decolonizzazione, di negritudine (blackness)[…]; a volte sono parole tristi come genocidio, a volte importantissime e poco sondate come donne, altre difficili come cristianesimo e chiese africane».

Alla presentazione del libro seguirà una selezione musicale a cura dell’Istituto Storico Parri. Per prenotare o per ulteriori informazioni clicca qui.

ASCOLTA L’INTERVISTA A CARLO BABANDO: