Dal 14 al 16 dicembre torna a Bologna, alla casa di quartiere Giorgio Costa, il Festival dell’informazione Libera e dell’Impegno (Fili) organizzato dall’associazione Libera Bologna e da Libera Informazione. Giunto all’ottava edizione, quest’anno il focus sarà relativo alle infiltrazioni mafiose e corruzione sul territorio bolognese nel settore della ristorazione, in particolare per quanto riguarda il centro storico e la prima periferia della città.
«Da anni F.I.L.I. vuole essere il momento di confronto su mesi e mesi di lavoro, per fare luce su fenomeni criminali di tipo mafioso che avvengono sul nostro territorio e di cui, spesso, non si parla abbastanza» ha detto Sofia Nardacchione ai nostri microfoni.

Nella nuova edizione di Fili un’inchiesta sulla ristorazione a Bologna

«Il Festival sarà composto, nei tre giorni, da 10 appuntamenti – continua Nardacchione – con al centro la presentazione della nuova videoinchiesta di Libera Bologna, intitolata “La Febbre del Cibo: le ombre della ristorazione bolognese”; un’inchiesta che vuole fare luce sulla ristorazione in una città che ha sempre più ristoranti, sempre più locali». Una crescita su cui Libera Bologna ha voluto indagare, dati anche i fatti dello scorso gennaio in Via Saffi, e ancora prima del Dopo Lavoro Ferroviario.
«Vogliamo delineare un fenomeno ampio: dove sta andando il mondo della ristorazione, come è possibile che catene continuino ad ampliarsi, anche in periodo COVID, soprattutto nel centro storico di Bologna. Un altro tema su cui vogliamo portare l’attenzione è come imprenditori con precedenti mafiosi possano aprire locali in città», sostiene Nardacchione.

Il programma del festival che vede, tra le altre cose, inchieste recenti sul territorio, approfondimenti sul Decreto Caivano e sull’approccio securitario del governo Meloni, partirà venerdì 14 e si concluderà sabato 16, con un dialogo con Piero Colaprico, giornalista e scrittore, protagonista, ai tempi, delle inchieste su “Tangentopoli”.

ASCOLTA L’INTERVISTA A SOFIA NARDACCHIONE: