Novembre è il mese contro la violenza di genere, e l’appuntamento dì lunedì 20 novembre ci ricorda che violenza di genere non significa solo violenza contro le donne. Questo lunedì, infatti, si celebrerà il Transgender day of remembrance. Per ricordare le vittime trans di violenza, ma soprattutto per tentare di sconfiggere il pregiudizio che la violenza la alimenta.

L’appuntamento è alle 18 in Piazza del Nettuno, dove verrà srotolato un grande striscione su cui saranno scritti i nomi delle vittime trans dell’ultimo anno. La manifestazione proseguirà con una passeggiata fino a Piazza San Francesco, dove culminerà con un sit.in e l’accensione delle fiaccole come in tutto il mondo. La manifestazione bolognese di quest’anno si intreccia con quella indetta dalla rete Non Una di Meno per l’8 Novembre e con quella nazionale contro la violenza maschile sulle donne e ogni forma di violenza di genere del 25 novembre. Al TDOR 2017 aderiscono Arcigay Il Cassero, Arcilesbica, Laboratorio Smaschieramenti, Associazione Orlando, Non Una di Meno Bologna.

Una giornata, quella di lunedì, che oltre a ricordare le vittime vuole denunciare le cause della violenza. Infatti la violenza, intesa come fenomeno sistematico, non è il frutto di un raptus o di una particolare situazione. Non è distante da noi. La violenza sistematica, lo si intuisce dal nome, è frutto del sistema in cui viviamo. Della società in cui viviamo. E la società in cui viviamo è generalmente transfobica. Il che, come sottolinea il comunicato del MIT (Movimento Identità Trans), si traduce in pregiudizio, esclusione, stereotipi e moralismo.

“Tra le tante giornate dedicate a sensibilizzare la popolazione su questioni importanti – si legge nel comunicato del MIT – la comunità trans, oramai da 17 anni, ha scelto il 20 Novembre come momento per commemorare le sue vittime, per togliere i veli e denunciare l’indifferenza che uccide. Ad uccidere è il pregiudizio, dal quale difficilmente si è esenti, che considera le esperienze trans come capriccio, degenerazione, una questione secondaria rispetto a problemi molto più gravi. Troppo spesso le nostre istanze, le nostre denunce e le nostre richieste sono derubricate a questioni irrilevanti, sia sul piano socio-culturale che politico”.

E proprio sul piano politico, la manifestazione di lunedì sarà un occasione per avanzare delle richieste. In particolare, per chiedere alle istituzioni di promuovere politiche contro l’odio transfobico, e ai rappresentanti politici di pronunciarsi con provvedimenti specifici e leggi che riescano ad arginare la violenza e che riducano la vulnerabilità delle persone trans nella vita di tutti i giorni, nel mondo del lavoro, nell’accesso ai diritti e ai servizi, ad esempio permettendo il cambio del nome e del sesso anagrafico anche senza intervento chirurgico.

Per approfondire il tema, e per capire meglio come sarà organizzata la manifestazione, abbiamo sentito Antonia Caruso, attivista trans-femminista.

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