Dopo le polemiche sul blocco del traffico dovuto al festival organizzato davanti alla sede murata di Atlantide, domenica scorsa, il sindaco di Bologna ha annunciato il pugno duro e una ritorsione postuma nei confronti degli attivisti. Il primo cittadino, che ha sempre detto di non poter impedire manifestazioni di Casa Pound o Sentinelle in Piedi, ora vuole vietare il corteo di Atlantide del 21 maggio.

Da alcune settimane il traffico a Bologna è diventato veramente insostenibile. Continui blocchi per manifestazioni che rendono di fatto impossibile la mobilità in città. Così è stato, ad esempio, il 22 aprile, quando più di una dozzina di camionette di polizia e carabinieri hanno bloccato completamente via Santo Stefano. La ragione? La partecipazione del presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, ad un incontro al Baraccano e il rischio di contestazione di Labas e Tpo, vista la trascurabile decisione europea di deportare i migranti in Turchia.

E che dire, allora, di quanto accaduto il 2 maggio? La paralisi del traffico, provocata sempre da un enorme numero di camionette, è toccata questa volta a Strada Maggiore, in un orario di punta del traffico mattutino. In quell’occasione era il ministro dell’Interno Angelino Alfano che veniva in città, invitato a Scienze Politiche, giusto per distendere il clima degli ultimi tempi. Nessuna contestazione, solo traffico bloccato e imprecazioni di chi voleva andare al lavoro in orario.

Appena qualche giorno prima, precisamente il 30 aprile, però, ad essere bloccata non è stata solo una via del centro, ma quasi mezza città. Bus deviati e disagi a non finire per colpa di un corteo. Ad animarlo, però, non sono stati gli “antagonisti” o i “punk” e nemmeno la comunità “lgbtq”, ma personaggi, a mio parere, molto più strani: i fedeli che inseguivano la discesa della Madonna di San Luca.
Il Resto del Carlino, quotidiano bolognese molto attento ai problemi di viabilità durante gli scioperi e assai meno alle ragioni dello sciopero, in quell’occasione non ha fatto cenno alla congestione stradale: miracolo della Beata Vergine?

Tutto ciò per contestualizzare le polemiche sorte durante e dopo l’iniziativa di domenica scorsa, 8 maggio, di fronte alla sede murata di Atlantide. Un’iniziativa inizialmente prevista per il 24 aprile, poi rinviata causa maltempo. Un festival punk che era stato comunicato e previsto con largo anticipo.
Quello che è successo dopo, le polemiche cittadine, ha davvero dell’assurdo. Prima il sindaco di Bologna, di fronte alle lamentatio della destra in Consiglio comunale, spiega che il festival punk era autorizzato, ma non era consentita la musica. Un po’ come partecipare ad un motoraduno andando a piedi. Poi un gesto di grande generosità nei confronti dei Suv proletari che attraversano via Santo Stefano: l’annullamento delle multe di Sirio.

Quanto annunciato ieri dal primo cittadino, però, va decisamente oltre. Dopo aver denunciato gli organizzatori dell’iniziativa per due o tre reati che fanno scena, il sindaco ha optato per una nuova pratica amministrativa: la ritorsione postuma. Nonostante in questi anni siano state autorizzate le peggiori manifestazioni di gruppi neofascisti ed omofobi, di fronte alle quali l’Amministrazione ha sempre sostenuto di non poterle vietare, ora il primo cittadino ha affermato a gran voce di voler impedire la manifestazione di Atlantide prevista per il 21 maggio. Nuovi poteri trovati nelle sorprese delle uova di Pasqua? Chissà.

Quel che ancora succede attorno ad Atlantide, dopo una vicenda grottesca fatta di bandi ad hoc per cacciare il centro lgbtq punk dal cassero di Porta Santo Stefano, l’intimazione di sgombero con la scusa di trovar posto agli uffici dei Servizi Sociali, lo sgombero del centro con muratura annessa delle porte di accesso (pare che gli operatori dei Servizi Sociali vengano calati dal tetto), continua la ritorsione nei confronti di una realtà che, all’attuale sindaco, non ha mai fatto uno sgarbo.
E allora perché lo fa? Perché il primo cittadino ascolta i capricci della presidente del Quartiere Santo Stefano, l’unica ufficialmente di destra a Bologna?
Il quesito sembra non avere una risposta razionale. Forse l’unica spiegazione rimasta attiene ad un tormentato e difficile amore (politico) tra Virginio Montecchi e Ilaria Capuleti.