Al 50° giorno dell’operazione “ramoscello d’ulivo”, le truppe dell’esercito turco e le milizie jihadiste loro alleate si preparano a sferrare l’ultima offensiva su Afrin, l’enclave curda in Siria. La città, difesa dalle truppe curde, è accerchiata, tagliata fuori dai collegamenti con il resto dei territori del Rojava curdo. Oggi presìdi di solidarietà. A Bologna alle 18.00 in piazza Nettuno. L’intervista a Giuseppe Acconcia.
Stando alle informazioni che provengono dal fronte, le truppe turche si troverebbero a 2.5km di distanza dalla città di Afrin. Al suo interno, ci sarebbero circa un milione di civili, molti dei quali arrivati dai numerosi villaggi limitrofi, già pesantemente colpiti dai bombardamenti turchi.
Nella città difesa dalle truppe dello Ypj/Ypg, nei giorni scorsi sarebbero arrivati i rinforzi delle milizie filo-Assad, oltre ad altre forze curde e yazide già impegnate nel nord della Siria e nel nord dell’Iraq contro lo Stato Islamico.
Alcuni media internazionali, inoltre, registrano importanti movimenti di truppe curde che, dalla città di Raqqa (appena strappata al controllo di Daesh) e dalla provincia di Deir ez-Zor (ancora sotto il controllo del califfato) starebbero ripiegando verso Afrin per rompere l’assedio.
Jacopo Bindi, redattore di Infoaut, racconta la situazione sul campo: “Da 50 giorni su questa piccola città vengono usate tutte le armi della guerra: più di 70 raid aerei al giorno, elicotteri d’assalto, tank, mortai, armi chimiche. E da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco dell’Onu il 25 febbraio, l’intensità dei bombardamenti è cresciuta e il numero di vittime civili è cresciuto vertiginosamente. Tutto questo avviene nel silenzio della comunità internazionale”.
Il bilancio ufficiale parla di almeno 300 morti e 700 feriti, “ma molti sono sotto le macerie delle proprie case o in posti irragiungibili perchè sotto i bombardamenti – racconta Bindi – Sono state bombardate scuole, case acquedotti e i centri di pronto soccorso della croce rossa curda. Ad Afrin adesso manca l’acqua, i viveri di prima necessità e il latte per i bambini. Se l’invasione continuerà, in questa città ci sarà una pulizia etnica per fare posto agli islamisti che vedono in questa guerra un’opportunità per fare qui un nuovo Stato Islamico”.
In molte città d’Italia, oggi pomeriggio, si terranno presìdi di solidarietà con Afrin. A Bologna gli appuntamenti sono due: uno alle 17.00, promosso dal Cua, in piazza Verdi, che raggiungerà in corteo l’altro presidio, quello previsto per le 18.00, promosso da varie realtà, come Ya Basta, Tpo, Làbas, Vag61, Nodo sociale antifascista, Bologna NoBorders, in piazza Nettuno.
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIUSEPPE ACCONCIA: