L’11 marzo 1977 veniva ucciso Francesco Lorusso, studente di Medicina. A 39 anni di distanza molte iniziative in sua memoria. L’appuntamento tradizionale è alle 10 di domani in via Mascarella, ma in città ci saranno anche altri incontri, promossi da chi allora non c’era.

Quasi 40 anni senza Francesco Lorusso

L’11 marzo del 1977 era un venerdì. La coicidenza con la data del 39° anniversario della morte di Francesco Lorusso, lo studente di Medicina ucciso durante una manifestazione di piazza, è stata colta da Vag61, che per l’occasione ha organizzato una lunga serata di ricordo.
L’appuntamento, però, sarà preceduto dalla commemorazione ufficiale, che ogni anno si svolge in via Mascarella alle 10, dove Lorusso sarà ricordato nel luogo della sua uccisione.
“Come sempre diamo appuntamento alla città – spiega Mauro Collina, presidente dell’associazione intitolata al giovane – perché è importante ricordare”.

In città, però, sono state organizzate diverse altre iniziative in memoria dello studente. Quello che colpisce è che molte di queste sono promosse da giovani che in quel terribile 1977 non erano ancora nati.
Il Cua ha già inaugurato ieri una tre giorni di dibattiti e riflessioni in via Zamboni. Tra le iniziative in calendario troviamo una mostra sulla rassegna stampa del 1977, prevista per oggi, e un corteo, che partirà domani alle 18 da piazza Verdi.

Molto ricca la serata di Vag61, intitolata “Ancora l’11 marzo, a 39 anni di distanza, ancora di venerdì “. I linguaggi utilizzati per il ricordo saranno molteplici: da una mostra a diversi filmati dell’epoca, dai reading al concerto dei Balotta Continua.
Altri ricordi arrivano da Social Log, Hobo e Cas, che nei propri comunicati spiegano le ragioni del loro ricordo.

I tragici fatti del 1977, però, servono da monito anche per l’attualità. I vigilantes in zona universitaria, l’irruzione con cani antidroga di lunedì nel Liceo Laura Bassi e la presenza dell’esercito in Bolognina non sono buoni segnali.
“Il clima in città non è dei migliori – osserva Collina – e penso che la città non si meriti tutto questo. Il potere sta giocando sporco”.