Nella assolata mattina del 25 settembre, Bologna ha intitolato un parco a Pierangelo Bertoli. E’ il Parco dei Pini in via Triumvirato, un luogo che riecheggia una delle battaglie che il cantautore ha condotto a suon di musica e parole: quella per l’ecologia, per la conservazione e la difesa del nostro ambiente naturale che stupidamente inquiniamo in un’esaltazione distruttiva.
Alla presenza del figlio Alberto (bravissimo ed affermato musicista) e della moglie Bruna, Matteo Lepore e Stefano Bonaccini hanno descritto in modo appassionato la figura del cantautore di Sassuolo. Un cantautore militante, che ha fatto dell’impegno sociale la missione di una vita. Nelle sue canzoni, cantate con la voce decisa di chi ama andare dritto al punto, si ascolta di diritti umani, di vicinanza ai più deboli, e di un ecologismo che non era tanto di moda all’epoca della loro scrittura. Un momento decisamente toccante è stato quando, al termine della cerimonia, i bambini di alcune classi delle scuole Aldo Moro, Fiorini e Lipparini hanno cantato in coro (con l’accompagnamento della chitarra di Alberto) il brano che fece arrivare Pierangelo al grande pubblico: Eppure soffia.
Una canzone-manifesto, che sulle vele dell’orecchiabilità veicolava e veicola tuttora immagini della devastazione prodotta dall’uomo per avidità di profitto. I bambini hanno cantato concetti probabilmente più grandi di loro, ma la forza della musica cosiddetta leggera fa sì che le melodie continuino a girare nella mente, e con esse anche le parole. E l’idea di un passaggio simbolico di testimone in favore dei giovanissimi fa pensare che ci sono canzoni che si staccano dalla loro epoca, dai meccanismi commerciali, aprono le ali e continuano a lottare per un mondo più giusto.