Riparte la programmazione del Mercato Sonato, centro culturale del quartiere San Donato di Bologna, interamente autogestito dall’Orchestra Senzaspine, orchestra giovanile con più di 400 elementi. Nel raccontarci della nuova rassegna Tommaso Ussardi, il direttore d’orchestra e artistico del Mercato Sonato e presidente dell’associazione Senzaspine, parla della necessità tanto attesa di ricominciare.

La musica dal vivo torna a riempire le giornate del Mercato Sonato

Una stagione fittissima di eventi che vuole essere un segnale di ripresa nonostante le difficoltà e le incertezze, e che vede ben 20 progetti diversi dove la musica è il fulcro principale, ma anche vortice di espressioni artistiche diverse. Si spazia infatti tra generi musicali molto diversi tra loro: il mercoledì, come da tradizione per il Mercato Coperto, la musica classica si mescola con l’ambiente urban della sede di via Tartini 3. Il weekend invece ci si immerge nei gusti del pubblico del locale, con l’ascolto di indie-rock, surf ma anche balcanica e world music con artisti rinomati anche dal mondo dell’hip-hop, del reggae e del jazz. In particolare il lunedì ci si concentra sulla musica contemporanea di ricerca nella rassegna Caustico Lunare con l’associazione Istantanea in collaborazione con il Torrione Jazz Club.

Inoltre prenderà finalmente vita Diametro, un progetto in lavorazione dalla scorsa primavera che tenta di mettere in dialogo artisti, operatori e pubblico attraverso una formazione partecipativa che illumina la filiera da tutte le sue parti: dagli aspetti prettamente musicali, agli aspetti strutturali rispetto al mondo del lavoro nella musica tra tutele, contratti e professioni ibride. Il progetto culmina in un processo di co-costruzione degli eventi del 10 e del 17 ottobre, Fossick Project che vede la musica dal vivo fondersi con l’illustrazione dal vivo su lavagna luminosa, e Ensemble SudEstada che unisce musica popolare e musica classica, un sapore meridionale legato ai colori mediterranei.

L’importanza di una rassegna così fitta sta nella necessità di dare un deciso segnale di ripartenza, un segnale imprescindibile perché come ci racconta Ussardi «la cultura è un bene primario, che va salvaguardato, coltivato e sostenuto da tutti coloro che credono nella sua importanza, primi tra tutti gli operatori culturali che, nonostante le difficoltà, devono rimanere aperti finché ce ne sarà la possibilità, perché non dobbiamo mai abituarci a stare senza cultura viva e dal vivo»

ASCOLTA L’INTERVISTA A TOMMASO USSARDI: