Mentre nel dibattito pubblico continua una forte polarizzazione sulla guerra in Ucraina, al punto che qualcuno arriva ad accusare il Papa di essere filoputiniano per le sue dichiarazioni sulla Nato che «ha abbaiato» alle porte della Russia, a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro l’aumento delle spese militari.
Destra e centrosinistra hanno votato compatti un testo che esprime contrarietà alla corsa al riarmo, indipendentemente dalle posizioni nazionali dei partiti di riferimento.

Spese militari: il “no” unanime in un ordine del giorno a San Giorgio di Piano

In particolare, i consiglieri e le consigliere comunali nell’ordine del giorno chiedono “al Governo e al Parlamento di rivalutare la scelta di aumentare la spesa militare, considerando puntualmente in fase di elaborazione dei principali documenti di programmazione economica le reali esigenze delle nostre Forze Armate per i sistemi di difesa e contestualmente compiere tutti gli sforzi necessari per incrementare i fondi destinati ai progetti di sviluppo e cooperazione internazionale”.
Nel testo sono contenuti anche richieste all’Onu, affinché superi la situazione di immobilismo in cui versa e invii in Ucraina una forza di interposizione per garantire il cessate il fuoco.

L’iniziativa è partita dall’assessore alla Cultura Mattia Zucchini, che ha coinvolto alcuni consiglieri, in particolare la consigliera Francesca Campomori, che hanno discusso del tema prima nel gruppo di maggioranza e, successivamente con la presentazione dell’ordine del giorno, in Consiglio comunale. «Qui è avvenuta la sorpresa, perché anche i consiglieri di centrodestra hanno approvato convintamente il documento», spiega Zucchini ai nostri microfoni. Stesso discorso per gli esponenti del Partito Democratico, che hanno votato in modo diverso rispetto alle posizioni nazionali del proprio partito.
«La mia convinzione, fin dall’inizio, è che ci fosse una consapevolezza nei militanti, nei consiglieri e in chi fa politica, diversa da quella dei vertici».

Ed è proprio su questo punto che, secondo l’assessore di San Giorgio di Piano, sta l’importanza politica del gesto. «Sia che vengano approvati che bocciati, questi ordini del giorno non spostano nulla sul piano nazionale – sottolinea Zucchini – Il valore di questa iniziativa è far sorgere un dibattito sulla questione dell’aumento delle spese militari, per fare uscire le voci critiche che pure ci sono. Non si può decidere la politica e il futuro di uno Stato su un tema così importante con un voto del Parlamento senza che nei partiti avvenga una riflessione interna, ma facendolo sulla scia di un’emergenza senza alcuna lungimiranza o riflessione su dove vogliamo andare».

L’assessore ha girato il documento approvato anche a colleghe e colleghi di altri Comuni, nella speranza che i rispettivi Consigli possano aprire una medesima discussione.
La speranza è che il tema venga affrontato anche in Comuni più grandi di San Giorgio di Piano, che conta circa 9mila abitanti, perché il gesto sarebbe indubbiamente più forte.
«Forse in un Comune più grande le dinamiche sono un pochino più ingessate e si registrano ordini di scuderia più forti», ipotizza Zucchini.

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