Il 9 maggio sarà l’anniversario della dichiarazione con cui, nel 1950, l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee. Parole che vengono considerate come il primo seme per quella che, successivamente, diventerà l’Unione Europea, al punto che in quella data si celebra la Giornata dell’Europa.
E proprio la dichiarazione di Schuman è fonte di ispirazione per una rete di associazioni bolognesi, che in quella giornata scenderanno in piazza de l’Unità, alle 19.00, per l’iniziativa “Europa per la pace“.

In piazza per un’Europa di pace, così come delineato nella dichiarazione di Schuman

Il nucleo iniziale di associazioni che promuovono l’iniziativa è composto da Period Think Tank, Anpi, Libera, Arci, Udi, Portico della Pace, Legambiente e #salvaiciclisti. «Ci auguriamo che altre realtà aderiscano», osserva ai nostri microfoni Giulia Sudano di Period Think Tank. Gli organizzatori, del resto, hanno messo a disposizione un indirizzo e-mail, europaxlapace@gmail.com, per aderire.
L’invito, però, è esteso anche a singole e singoli che vogliano andare in piazza, portando i propri messaggi di pace.

Sono due le rivendicazioni della mobilitazione. «Vogliamo un’Unione Europea unita nell’essere protagonista nella non rinviabile mediazione di pace fra Russia e Ucraina, portando al tavolo di negoziazione i propri rappresentanti con l’obiettivo di fermare la guerra. È necessario evitare di alimentare il conflitto in corso e quella pericolosa spirale di crescita della tensione internazionale che può avere ripercussioni gravissime su vasta scala», si legge nel testo di lancio dell’iniziativa.

Nello specifico, i promotori ritengono che complessivamente l’Europa non abbia fin qui fatto abbastanza sul piano diplomatico. Se, da un lato, si registrano le iniziative di singoli capi di Stato, come il presidente francese Emmanuel Macron che periodicamente comunica con il leader russo Vladimir Putin, dall’altro l’Europa, Italia in primis, non sembra aver percorso tutte le strade possibili per arrivare ad un tavolo di trattative e a un cessate il fuoco.

Il secondo punto, invece, riguarda le spese militari. La richiesta è quella di bloccarne l’aumento dei singoli Paesi, a partire dall’Italia, per onorare il sogno europeo di affrontare le grandi sfide sociali, politiche, economiche senza il ricorso alla forza militare e alle guerre, ma con l’impegno della cooperazione fra Paesi.
«Non siamo ancora usciti dalla pandemia e dalla crisi climatica – sottolinea Sudano – Crediamo che quelle risorse debbano essere investite per ridurre le disuguaglianze».

L’obiettivo della manifestazione, quindi, è non solo avere la pace in Europa, ma che l’Europa stessa sia promotrice di pace. «Questo era anche il disegno su cui, alla fine della Seconda Guerra mondiale si è costruito questo progetto», conclude Sudano.

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