È stata un’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste la sentenza nel processo che vedeva imputato Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, con l’accusa assurda di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Costa nel 2016 aveva promosso una raccolta fondi per comprare i biglietti del pullman ad alcuni migranti in transito dopo lo sgombero della tendopoli romana di via Cupa dove Baobab prestava assistenza ad oltre trecento migranti. Un gesto di solidarietà che secondo i magistrati che avevano aperto l’indagine poteva configurarsi come reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Di diverso parere i giudici che oggi hanno assolto l’attivista con formula piena.

La solidarietà non è reato: Andrea Costa assolto

«Diciamolo chiaramente una volta per tutte: la solidarietà non è reato». È questo il primo commento ai nostri microfoni di Maso Notarianni, giornalista, presidente di Arci Milano ed ex vicepresidente di Mediterranea Saving Humans. Notarianni ricorda l’accusa ridicola, ma sottolinea anche il ruolo di alcuni magistrati «mi vien da dire imbeccati dalla politica».
«Questa inchiesta – continua Notarianni – probabilmente è costata centinaia di migliaia di euro, pagati dai contribuenti e con cui si potevano fare un sacco di altre cose, molto più interessanti per i migranti, ma non solo».

Costa non è stato il primo ad aver agito solidarietà e perseguitato da magistrati. «La solidarietà non è un reato, tutte le sentenze lo stanno dicendo», ribadisce Notarianni.
Nella vicenda che ha coinvolto l’attivista romano aveva indagato addirittura la Direzione Investigativa Antimafia, dal momento che il traffico di esseri umani è un reato molto grave. La Dia, però, aveva evidenziato che non vi era alcun reato. «Nonostante questo un pm ha voluto andare avanti – sottolinea il presidente di Arci Milano – ha voluto continuare a spendere soldi dello Stato e tenere impegnate le forze dell’ordine. Sarebbe bello, per esempio, che quei soldi venissero spesi per fare soccorso in mare, visto che la legge dice che devono essere gli Stati a farlo e, visto che non lo fanno, ci pensano le navi delle ong».

La notizia dell’assoluzione del presidente di Baobab arriva a pochi giorni da un’altra notizia che riguarda il tema dell’immigrazione. Dopo svariate pressioni, ma anche grazie ad inchieste su suo conto, venerdì scorso Fabrice Leggeri, direttore dell’agenzia europea Frontex, ha rassegnato le dimissioni.
Al centro delle indagini il ruolo di collaborazione della stessa Frontex nei respingimenti di richiedenti asilo, vietati dal diritto internazionale.
«È un’ottima notizia – commenta Notarianni – Io l’ho visto con i miei occhi, ma è evidente che Frontex collabora attivamente nel respingimento illegale di persone che scappano dalla guerra e che vengono rimandate in Libia, dove c’è la guerra e nessun rispetto per i diritti umani».

Queste notizie potrebbero segnare un cambio di passo delle politiche migratorie europee, fino ad oggi votate alla xenofobia? «Me lo auguro», osserva l’ex vice-presidente di Mediterranea, che constata anche come nell’ultimo periodo si siano ridotti i fermi amministrativi per le navi delle ong che effettuano ricerca e soccorso in mare, disposti dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.
«Credo che questa sacrosanta ondata di umanità per soccorrere i profughi che scappano dalla guerra in Ucraina renda evidente che non ci possono essere due pesi e due misure per chi scappa dalle guerre», conclude Notarianni.

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