Gli applausi dai balconi, i flash mob con le sirene, i pubblici encomi e ringraziamenti. E poi basta. Le lavoratrici e i lavoratori della sanità, definiti “eroi” durante la prima fase della pandemia, ora sono costretti a pagarsi il parcheggio per andare a lavorare e curare i malati.
Non è infatti più in vigore il provvedimento adottato durante la prima fase dell’emergenza per consentire a medici e infermieri di potersi recare sul lavoro negli ospedali bolognesi senza dover sostenere le spese del parcheggio sulle strisce blu e il Comune di Bologna, per bocca dell’assessore alla Mobilità Claudio Mazzanti, ha fatto sapere che la misura non può essere rinnovata.

Parcheggio a pagamento: la beffa ai danni dei sanitari

La sospensione del pagamento dei parcheggi per il personale sanitario che opera negli ospedali bolognesi è finita lo scorso primo settembre. Da quel momento in poi medici e infermieri hanno dovuto sborsare soldi per sostare con la propria auto sulle strisce blu durante i turni di lavoro. A ciò si aggiunge che le necessità dettate dalla pandemia hanno aumentato la mobilità del personale in varie strutture anche nella stessa giornata, con un salasso economico ulteriore.
A ciò si aggiunge il problema generato dai tanti cantieri in essere nelle aree ospedaliere interne, che riducono drasticamente gli spazi, già precari, che venivano utilizzati per garantire la sosta agli operatori.

«Il problema è vecchio come il cucco – spiega ai nostri microfoni Katia Saponaro della Cisl-Fp – ma ora si sta aggravando perché, ad esempio al Sant’Orsola, i cantieri per la ristrutturazione hanno portato via diversi parcheggi».
In assenza di stalli interni riservati ai dipendenti, questi ultimi devono cercare posti nelle vicinanze, o sulle strisce blu o nei parcheggi multi-piano privati. L’esborso giornaliero, viste le tariffe praticate, può arrivare a 10-15 euro al giorno.
I sindacati hanno già fatto presente il problema alle aziende sanitarie, ma fino ad oggi una soluzione non è arrivata.

«Noi chiediamo una soluzione aggiuntiva, un aiuto per i dipendenti – aggiunge Saponaro – Un esempio potrebbe essere una convenzione con il parcheggio multipiano, in modo da pagare una cifra minima e avere il parcheggio garantito. Oppure parcheggi alternativi anche all’esterno o la possibilità di parcheggiare sulle strisce blu senza pagare».

ASCOLTA L’INTERVISTA A KATIA SAPONARO: