A Bologna riesplode l’emergenza sanitaria e il Comune torna ad agevolare la sosta di medici e infermieri. Il sindaco Virginio Merola rende noto che oggi firmerà un’ordinanza di «sostegno al personale sanitario che riguarda, in accordo con l’Ausl, gli ospedali Maggiore e Sant’Orsola per permettere la sosta gratuita e riservata al personale che molto spesso deve spostarsi in giornata da un luogo all’altro». Merola ne ha parlato durante un collegamento con RaiNews24.
Un provvedimento di questo genere era stato già varato nel primo lockdown e in seguito in città ha tenuto banco un’accesa discussione sull’opportunità di prorogare o meno la misura anche nelle fasi meno problematiche della pandemia, con l’assessore alla Mobilità Claudio Mazzanti che aveva respinto le richieste dei sindacati.

Sosta per sanitari, l’aiuto del Comune

«Prendiamo la notizia molto positivamente – afferma ai nostri microfoni Stefano Franceschelli, segretario della Cisl-Fp – Si tratta di un intervento concreto che va a dare un sollievo nella quotidianità degli operatori sanitari che sono ripiombati nella fase più drammatica dell’emergenza».
Franceschelli sottolinea che i sindacati avevano insistito tanto per la soluzione, anche a fronte della riorganizzazione del lavoro di operatrici e operatori, che prevede anche la mobilità tra strutture diverse e il conseguente aumento dell’esborso economico per il parcheggio della propria autovettura.

La situazione negli ospedali: personale allo stremo

Il segretario della Cisl-Fp spiega anche la situazione di stress e fatica che stanno vivendo lavoratrici e lavoratori negli ospedali. «Il numero dei ricoverati è in fortissimo incremento – sottolinea – Abbiamo delle sofferenze importanti sui reparti di terapia intensiva, ma anche sulle degenze, cioè sui reparti che ospitano pazienti Covid pre o post terapia intensiva. Senza dimenticare tutta la rete del territorio, che va da pronto soccorsi e di assistenza a domicilio».
Le assunzioni di personale nel 2020, in seguito allo scoppio dell’emergenza, non basta a sopperire alle necessità. Le casistiche di contrae la malattia hanno una complessità di cura superiore ad altre patologie ma, evidenzia il sindacalista, ciò che mette in crisi il sistema è proprio il numero altissimo di ricoveri.

In discussione, quindi, c’è la stessa tenuta psico-fisica del personale, aggravata dal blocco delle ferie che è stato riproposto. «Eravamo arrivati a un punto in cui avevamo la speranza di poter riprogrammare i riposi che erano stati bloccati – continua Franceschelli – Quindi lo stress aumenta senza la prospettiva di poter programmare i riposi».
Cionostante, qualcosa per il segretario della Cisl-Fp si potrebbe fare. Come ad esempio programmare l’organizzazione della fase emergenziale in modo più condiviso con i professionisti, ma anche non fermare la macchina delle assunzioni e dare segnali di attenzione ad operatori e operatrici, attraverso forme di riconoscimento del loro lavoro.

ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO FRANCESCHELLI: