La terza edizione dei giochi antirazzisti parte venerdì 21 giugno al Centro Sportivo Bonori e continua fino a domenica 23 giugno. L’idea che muove il progetto è quella di uno sport dal basso, antirazzista, ma anche fuori dalle logiche di competitività e mercato.
La terza edizione dei Giochi Antirazzisti: torna lo sport popolare
L’avvicinarsi inesorabile delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2025, con tutte le criticità legate all’evento – da quelle legate all’enorme spesa pubblica fino a quelle che riguardano l’impatto ambientale degli impianti – spingono necessariamente ad interrogarsi su quale idea di sport sia da considerare auspicabile. Parte da questa premessa l’evento dei giochi antirazzisti, che vanno in direzione ostinata e contraria a quella olimpionica. In questi tre giorni al centro sportivo Bonori infatti si farà uno sport svincolato dalle logiche di mercato, ma anche da quelle di competizione.
Forte dei due anni precedenti, quest’anno il festival conta una fitta rete di partner, soprattutto tra le palestre popolari bolognesi. Il portavoce della palestra popolare Gino Milli di Via Gandusio sottolinea come: «lo sport popolare è quello che si gioca qui, antirazzista e non competitivo, facciamo parte della rete delle palestre popolari che vogliono fornire un’idea diversa di sport, soprattutto nell’ottica delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2025».
Al di là del ripensamento del concetto di sport, i giochi antirazzisti hanno anche un portato politico importante, che riguarda la criticità nei confronti delle frontiere e di come viene gestito il sistema di accoglienza dei migranti. Da qui l’importante presenza di Mediterranea Saving Humans che conferma la partecipazione alla manifestazione per il secondo anno di fila.
Ci sarà anche scuola Penny Wirton di Bologna, che dal 2019 si occupa di insegnare gratuitamente l’italiano ai migranti. Vito, della scuola, racconta che quest’anno le squadre composte da ragazzi migranti che parteciperanno ai giochi sono tre e si diletteranno rispettivamente nella pallavolo, nel calcio e nel basket.
«Lo scrittore e fondatore della scuola Penny Wirtorn, Eraldo Affinati, ha scritto un post anche molto toccante sull’evento» specifica Carlo Balestri, presidente dei giochi antirazzisti e continua: «siamo distanti dal mondo del tour de France, degli europei o delle Olimpiadi a Parigi, i tre eventi sportivi che si stanno tenendo in questo momento, il nostro business sono i diritti».
Diritti, quelli delle persone migranti, spesso dimenticati, come ricorda Elisa di “Stop boarder violence”, iniziativa dei cittadini europei, una neonata associazione che unisce cittadini di diversi stati europei con l’intento di chiedere alla commissione europea che siano fermati gli abusi e le violenze alla frontiera, nel rispetto dell’articolo 4 della carta dei diritti dell’uomo. La campagna di raccolta firme è iniziata 4 mesi fa e ha bisogno di sostegno mediatico per approdare in Commissione, l’iniziativa è firmabile al link: https://citizens-initiative.europa.eu/initiatives/details/2023/000001_en
ASCOLTA L’INTERVISTA A CARLO BALESTRI: