Da un lato una maggiore autonomia dagli Stati Uniti in tema di difesa, corredato dal «no» all’invio di truppe in Ucraina, dall’altro una revisione in chiave restrittiva del diritto d’asilo e dell’immigrazione. Fino al rilancio economico che permetta alla Germania di tornare a essere locomotiva d’Europa.
Ha le idee piuttosto chiare Friedrich Merz, leader della Cdu che è appena uscita vincitrice dalle elezioni tedesche. Questi tre temi, del resto, erano esattamente le promesse fatte in campagna elettorale.
I risultati delle elezioni in Germania e le mire di Merz
La coalizione Cdu/Csu si è aggiudicata 208 seggi nel Bundestag, pari al 28,52% dei consensi. Si tratta di otto punti in più rispetto al secondo partito, la destra neonazista dell’Afd, che si “ferma” al 20,8%, superando la Spd al 16,41%, il peggior risultato del partito dalla sua fondazione quasi un secolo e mezzo fa.
Altra sorpresa delle elezioni tedesche è il risultato della Linke, che sfiora il 9% quasi triplicando i suoi consensi in pochi mesi. Esclusi dal Parlamento tedesco sia i liberali di Fdp che la Bsw di Sahra Wagenknecht, che manca di superare la soglia di sbarramento di pochissimo (4,97%).
A commentare ai nostri microfoni il risultato delle elezioni tedesche è il giornalista Alessandro Ricci. «Sarebbe potuta andare peggio – sottolinea – Afd è cresciuta molto, però non c’è stato quell’effetto shock che ci si aspettava».
La crescita sia di Afd che della Linke segnalano una polarizzazione della società tedesca ed è un puro caso che il Bundestag non risulti frammentato, con la conseguente difficoltà a formare un governo. Se il partito di Sahra Wagenknecht o i liberali di Christian Lindner avessero superato lo sbarramento, la situazione sarebbe stata molto diversa.
La Cdu di Merz propone un controllo dei confini e in parallelo eseguire dei respingimenti. La proposta è quella di effettuare rimpatri verso la Siria e l’Afghanistan. Infine c’è l’idea di applicare un “modello Albania” come quello pensato dall’Italia: chi fa richiesta d’asilo in Ue deve attendere l’esito in un Paese terzo.
Oltre all’immigrazione, c’è il tema dell’economia, che negli ultimi anni ha portato a una crisi profonda in Germania, al punto da farle perdere anche lo smalto e la leadership nell’Ue.
È questo ruolo egemone che Merz intende riconquistare e per farlo ha già in calendario i primi incontri per quando sarà incoronato cancelliere: in Francia e in Polonia.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO RICCI: