Cade oggi il triste terzo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina. Era il 24 febbraio 2022, infatti, quando l’esercito russo diede in via all’invasione del Paese determinando l’inizio del conflitto armato alle porte dell’Europa.
In occasione di questa ricorrenza, la Rete Italiana Pace e Disarmo sta svolgendo l’iniziativa intitolata “Oltre 13 ore di proposte e idee per la Pace“, che è stata introdotta dalla relazione di Mario Porta della Campagna Sbilanciamoci! sui costi umani, sociali ed economici della guerra in Ucraina.
I costi della guerra in Ucraina a tre anni dall’inizio del conflitto armato
Il primo dato di ogni guerra è quello delle vite umane perdute. Per la guerra in Ucraina, però, si tratta del dato più difficile da stabilire con certezza. Un anno fa il presidente ucraino Zelensky aveva parlato di 31mila soldati ucraini uccisi nel corso del conflitto, mentre la missione Onu stimava in 12mila i civili morti e 25mila quelli feriti.
Sull’altro fronte, quello russo, il dato è generale e include morti e feriti: sarebbero 300mila secondo le stime americane.
La guerra ha avuto anche un effetto sulla popolazione ucraina. In particolare, secondo l’Onu, il Paese oggi ha 10 milioni di abitanti in meno, pari a un quarto dell’intera popolazione. Lo spopolamento è determinato dai 6 milioni di ucraini che sono fuggiti all’estero e dai 4 milioni di rifugiati interni.
L’economia dell’Ucraina ha subito una fortissima contrazione, crollando dell’80% dall’inizio del conflitto. «Attualmente è tenuta in vita dai trasferimenti finanziari dell’Occidente, principalmente degli Stati Uniti, ma anche dei Paesi europei», spiega Pianta.
Secondo una stima della Banca Mondiale risalente a due anni fa, le distruzioni materiali in Ucraina ammontavano a 150 miliardi di dollari. Secondo l’Onu, invece, per la ricostruzione di quanto andato distrutto in Ucraina serviranno quasi 500 miliardi di dollari, che sono circa due volte e mezza il pil del Paese.
Diversa la situazione per la Russia, che per la guerra avrebbe speso finora circa 200 miliardi di dollari, pari a un decimo del suo pil.
Sempre dagli Stati Uniti è stato calcolato che se Mosca non avesse intrapreso la guerra, in questi tre anni la sua ricchezza sarebbe cresciuta di 1300 miliardi, ma si tratta di una stima approssimativa.
Ciò che è certo, invece, è che la capacità di export non è collassata nonostante le sanzioni dell’Occidente, al punto che le riserve economiche disponibili nel Paese ammontano a 600 miliardi di dollari, uno dei dati più alti al mondo.
Nel frattempo l’economia si è spostata ancora di più sulla produzione militare e nel settore estrattivo.
ASCOLTA LA RELAZIONE DI MARIO PIANTA: