Dopo la sonora sconfitta alle elezioni europee, il presidente francese Emmanuel Macron ha indetto elezioni anticipate, che si terranno il prossimo 30 giugno. Il poco tempo a disposizione per l’appuntamento elettorale e il concreto rischio che vinca l’estrema destra di Marine Le Pen stanno producendo una sorta di rivoluzione del sistema politico francese con quello che il nostro corrispondente Lorenzo Battisti definisce «la fine della quinta repubblica», un po’ come avvenne in Italia tra prima e seconda repubblica tra il 1992 e il 1994.
Le elezioni anticipate in Francia e gli effetti sul sistema politico
Se la stampa italiana si è concentrata su ciò che accade a destra, i particolare nei Repubblicani di Sarkozy e De Gaulle, gli effetti delle elezioni anticipate si vedono anche a sinistra. Il prossimo appuntamento con le urne ha avuto l’effetto di compattare le formazioni di sinistra, da socialisti a France Insoumise, il partito di Melénchon.
«È una forma di unità che non si vedeva da molto tempo e non si è mai trovata così larga – sottolinea Battisti – Lo stesso nome scelto, Nuovo Fronte Popolare, riprende quello del 1936, che fu il risultato di decenni di lotta e portò a conquiste concrete per i lavoratori francesi».
A destra, invece, nei Repubblicani si sta consumando una frattura profonda tra il presidente Eric Ciotti, che spinge per un’alleanza con Le Pen, e l’ufficio politico che lo ha di fatto sfiduciato ed espulso, nonostante l’investitura popolare che ha ricevuto.
Secondo i dati, un’alleanza tra le due destre – un tempo molto distanti fra loro – porterebbe il Rassemblement National molto vicino alla maggioranza in Parlamento, dando quindi all’estrema destra la possibilità di governare.
Quanto al partito di Macron, Renaissance – che in precedenza si chiamava En Marche, l’ipotesi è che si avvii verso la sparizione.
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