Presentata una campagna per affrontare il fenomeno delle occupazioni da parte dei movimenti. Chiesto un incontro al Prefetto e se non succederà nulla ci saranno manifestazioni sotto ai centri sociali. Bignami: “Il sindaco Merola è complice di questa situazione”. Lisei: “Alcuni esponenti dei centri sociali girano armati”.

Gli esponenti di centrodestra di Bologna vogliono prendere le distanze da quelle che definiscono “politiche di complicità e tolleranza dell’amministrazione comunale verso le occupazioni abusive dei centri sociali”. È stata infatti presentata questa mattina una campagna che mira ad affrontare con fermezza il caso degli stabili occupati abusivamente, per i quali Forza Italia chiede lo sgombero.

Tanti gli spazi presi di mira, da Labas al Laboratorio Crash, passando per Xm24. Per Galeazzo Bignami, consigliere regionale di Forza Italia, “il Labas è paradigmatico, perché si verifica una situazione comune ad altri centri sociali, e dovrebbe incontrare la repressione delle autorità”. Il dito viene puntato in particolare contro la vendita di prodotti biologici senza autorizzazione e “la somministrazione di bevande alcoliche anche ai minori”, oltre alle feste notturne e alla circolazione di droghe.

Il gruppo di centrodestra denuncia poi il fatto che queste occupazioni vengono tollerate. Nel mirino il sindaco Virginio Merola, per aver espresso la sua comprensione e solidarietà a coloro che recentemente hanno occupato Sala Borsa.
Per Bignami è quindi necessario che “si identifichino i responsabili, che vengano sgomberati i centri occupati e restituiti ai legittimi proprietari”.

Il consigliere comunale Marco Lisei afferma che, secondo segnalazioni a lui pervenute (ma per le quali non sono state sporte denunce), alcuni esponenti del centro sociale girerebbero armati. Lisei sottolinea poi che “le occupazioni di centri sociali sono il primo avamposto di occupazioni da parte di soggetti più deboli. Prima occorre sgomberare i centri sociali, dopodiché si potra parlare delle case occupate da persone che invece hanno grandi difficoltà, e sulle quali al contrario l’amministrazione interviene subito”.

Il primo passo sarà pertanto la richiesta di un incontro con il nuovo prefetto, per porre il fenomeno alla sua attenzione. Da quel momento “se le istituzioni non interverranno entro 60 giorni, andremo direttamente in questi luoghi di illegalità e ci metteremo la faccia, come abbiamo già fatto in passato”.

Andrea Perolino