A poche settimane dalle presidenziali, i francesi sono tornati alle urne. Stavolta la posta in palio era il rinnovo del Parlamento, e la partita si è rivelata più incerta di quanto non si pensasse solo qualche mese fa.

Prima la coalizione di Macron, seguita a strettissimo giro dalla sinistra a guida radicale. Indietro le destre divise in tre.

Il sistema elettorale francese è atipico per gli standard europei. Il paese è diviso in 557 collegi, ed ognuno funziona come una mini-presidenziale. Ogni coalizione presenta un candidato, e solo chi supera il 50% dei voti accede al ballottaggio. Esistono casi in cui un candidato è eletto già al primo turno, ed esistono situazioni opposte in cui al ballottaggio si sfideranno più di due esponenti. Ma nella stragrande maggioranza dei seggi gli elettori saranno chiamati a fare una scelta definitiva tra due settimane, e sulle schede troveranno un esponente di Ensemble!, la coalizione del presidente centrista Emmanuel Macron, e uno di Nupes, la coalizione di sinistra guidata dal leader radicale Jean Luc Mélenchon.

Alla fine dello spoglio i partiti che sostengono Macron risultano avanti per un soffio rispetto alla lista radunata attorno a Mélenchon: 25.75% contro 25.66%. A seguire l’estrema destra di Marine Le Pen attorno al 19%, un risultato molto inferiore a quello uscito dalle presidenziali ma comunque positivo per un partito storicamente poco radicato sui territori e debole alle legislative. Rimangono a galla i repubblicani, che dopo il tonfo delle presidenziali recuperano e si attestano al 10%, mentre delude l’altro esponente della destra xenofoba e radicale, Eric Zemmour, la cui lista è ferma al 4%.

A livello di percentuali la Francia appare divisa in tre grandi blocchi: il centro di Macron, la destra a guida Lepenista e la sinistra riunita attorno a Mélenchon. La diversa competitività a livello locale, però, fa sì che Ensemble! abbia per certo la maggioranza dei seggi, mentre il Rassemblent National di Le Pen appare molto distanziato. Il primo dato politico di questa elezione è che il governo rischia di perdere la maggioranza assoluta in Parlamento. «Per Macron molto dipenderà dai rapporti di forza» ci spiega Francesco Maselli, corrispondente dall’Italia per il giornale francese l’Opinion e autore della newsletter Marat. «Un conto è perdere la maggioranza assoluta per cinque seggi, un’altra è perderla per trenta. Di fronte a se ha due strade: o stringe un’alleanza strutturale con altre forze in Parlamento, diluendo il suo programma ma contando su una vera maggioranza, oppure forma un governo di minoranza cercando i voti legge per legge».

L’altra grande novità di questa elezione si chiama Nupes (Nouvelle Union populaire écologique et sociale), l’alleanza di sinistra raccolta attorno a Jean Luc Mélenchon. Si tratta di una coalizione unica in Europa: ne fanno parte socialisti, verdi e comunisti, ma a guidarla è la France Insomnouse, partito di sinistra radicale fondato proprio da Mélenchon che alle presidenziali ha mancato per un soffio la possibilità di accedere al ballottaggio per l’Eliseo. «Il programma di Nupes è fondamentalmente quello degli Insomnous: tasse sui patrimoni e redditi più elevati, salario minimo a 1500 euro, calmiere sui prezzi di prima necessità – ma anche una serie di cambiamenti nella postura internazionale della Francia. Mélenchon propone di abbandonare la Nato e “disobbedire” ai Trattati europei laddove non fanno gli interessi della Francia. È un’alleanza un po’ contraddittoria – se arrivasse al governo le divisioni tra verdi, socialisti, comunisti e mélenchonisti si sentirebbero. Al contempo, però, questa conformazione agli elettori piace molto. Vedremo chi ne raccoglierà i frutti».

Tirando le somme, chi ha festeggiato ieri notte a Parigi, chiediamo. «Sicuramente non Macron, che rischia seriamente di perdere la maggioranza in Parlamento. Anche la sinistra non ha raggiunto tutti i suoi obiettivi – Mélenchon diceva di voler diventare primo ministro, e non ci riuscirà. Ma se pensiamo che qualche mese fa le forze progressiste temevano di non ottenere nemmeno un seggio, beh, chiaramente hanno motivo di essere felici del risultato di ieri».

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO MASELLI:

Lorenzo Tecleme

Foto di copertina opera di Hugo Rota e distribuita tramite Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.