CLAUDIO SUCCI: Educazione finanziaria on-air. Approfondimenti di economia a cura della Banca Di Credito Cooperativo Felsinea.
ALESSANDRO CANELLA: Di nuovo insieme a Educazione Finanziaria On Air, anche oggi siamo in compagnia di Ester Alba, direttrice della filiale di Funo di BCC Felsinea. Buonasera.
ESTER ALBA: Buonasera, ben ritrovati.
ALESSANDRO CANELLA: In queste puntate abbiamo parlato dei crediti per le imprese, della loro valutazione, eccetera, però dobbiamo anche fare i conti con la realtà e parlare delle difficoltà che a volte affrontano le imprese. Ci sono consigli su questo argomento?
ESTER ALBA: Dunque, sull’argomento rispetto al rapporto dell’impresa in crisi con la banca, facciamo riferimento alla recente normativa del luglio 22 sulla gestione della crisi di impresa, che è un salto in avanti rispetto al passato, perché il concetto chiave è che si vuole prevenire la crisi e si vuole dare una gestione costruttiva della crisi. Come? La legge introduce dei parametri di valutazione preventiva dello stato della crisi e introduce degli obblighi sia per le aziende che per le banche.
ALESSANDRO CANELLA: Intanto quando si può dire che l’impresa è entrata in crisi?
ESTER ALBA: E’ in crisi quando un’azienda non è in grado di generare quei flussi di cassa per adempiere le sue obbligazioni presenti o prospettiche. Spesso si è tentati di trattare la crisi come se fosse di natura finanziaria. Sposto in avanti le scadenze di rimborso così poi le riesco a pagare. Invece occorre trattare la crisi per la sua natura che è. La crisi spesso è di natura economica, cioè non incasso perché non vendo non vendo perché quello che faccio non è richiesto dal mercato eccetera eccetera, quindi in questo caso la tensione finanziaria è figlia di un problema strutturale e pertanto va trattata insieme a un piano di riconversione industriale e commerciale a seconda del problema.
ALESSANDRO CANELLA: Accennavi al fatto che è la legge stessa che stabilisce i parametri per ritenere che l’impresa è in crisi ma quali sono questi parametri?
ESTER ALBA: Nella precedente puntata abbiamo parlato proprio dei parametri come la sostenibilità del debito, oppure l’indebitamento totale in rapporto alla capacità dell’azienda di produrre ricchezza o il parametro che misura quanto incide il debito finanziario sui capitali propri eccetera eccetera. Ecco questi sono tutti i parametri che la banca è obbligata a dover stimare perché la banca è obbligata a stimare la perdita attesa sui finanziamenti che ha concesso, prima ancora quindi che si verifica la perdita mediante l’analisi periodica di questi parametri.
ALESSANDRO CANELLA: Parlavamo della responsabilità delle aziende e delle banche in che senso si devono intendere la responsabilità?
ESTER ALBA: Allora giocare d’anticipo è il salto culturale che l’imprenditore deve fare cioè deve adottare tutte le misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi. La legge dice “assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte”. È pertanto evidente che l’imprenditore ha la responsabilità di dotarsi di un assetto organizzativo e contabile che possa monitorare in modo continuo le performance della propria azienda. Cioè, per intendersi, gli organi interni delle imprese non possono fare dei piani farlocchi perché per le imprese è previsto il reato di ricorso abusivo del credito. E per le banche, dal canto loro, anche loro possono incorrere nella concessione abusiva del credito, quindi devono dimostrare che il finanziamento che hanno concesso è un sostegno legittimo. Perché finanziare imprese che sono strutturalmente in crisi, cioè l’impresa che opera già da tempo in perdita o che non riesce a stare al passo con l’evoluzione del mercato eccetera, è un illecito per la banca. Cioè la banca compie un illecito se i soldi non sono finalizzati al risanamento o se non ci sono concrete possibilità di superamento della crisi. A livello pratico l’impresa va in banca e chiede un allungamento della durata del mutuo così ce la farà pagare. Bene perfetto. Questa richiesta si deve accompagnare a un piano di ristrutturazione aziendale ricordando che la banca può lecitamente operare all’interno di un risanamento aziendale, erogando un finanziamento all’impresa che ragionevolmente si prospetta in grado di superare la crisi e di permanere sul mercato producendo reddito per il suo sostentamento.
ALESSANDRO CANELLA: Hai qualche consiglio finale?
ESTER ALBA: Il consiglio che darei all’imprenditore è che contrariamente a quello che verrebbe spontaneo fare cioè non ammettere le difficoltà o rimandare di affrontarle, invece deve velocemente riconoscere lo stato di crisi in cui inverte la sua impresa e cercare di mettere in campo delle soluzioni eventualmente coadiuvato da consulenti specifici. La carenza di prospettive di risanamento è quello che veramente preoccupa i creditori, quindi occorre guardare oltre la crisi per superare la crisi.
ALESSANDRO CANELLA: Grazie mille Ester, buona serata.
ESTER ALBA: Grazie a voi, buona serata a tutti.