Per rispondere al sempre crescente bisogno di ritrovare il benessere a contatto con la natura e riscoprire quei profumi e quei colori che lo smog e l’inquinamento acustico urbano ci hanno fatto dimenticare, negli ultimi tempi si sta affermando il nuovo trend del turismo sostenibile. Scopriamo di più a riguardo.

Il presente e il futuro del turismo

Con l’aumento del rischio epidemiologico e la chiusura delle frontiere in alta stagione, il 2020 è stato un anno fatale per il turismo di massa in Italia. La forte dipendenza dai turisti stranieri non è però l’unico problema con il quale ristoratori, albergatori e altri prestatori di servizi turistici hanno dovuto fare i conti. Il protrarsi dell’emergenza sanitaria e l’impossibilità di attraversare i confini nazionali durante la pandemia hanno spinto sempre più viaggiatori italiani verso il turismo di prossimità per riscoprire il territorio e le tradizioni legate alla nostra cultura.

Un po’ per il timore di dover affrontare una trasferta piena di complicazioni, relative sia al distanziamento sociale sia ai protocolli anti-covid che le strutture ricettive sono tenute a rispettare, un po’ per soddisfare il crescente bisogno di staccare la spina e fuggire dai ritmi della frenetica e iperconnessa vita moderna, il viaggiatore medio avverte come non mai l’esigenza di vivere le proprie vacanze in modo rilassante e senza stress.

Questo, in termini di trend turistici, si traduce da un lato nella riscoperta di attività che fino a qualche tempo fa non erano così tanto richieste, come per esempio i tour culturali ed enogastronomici in località meno note, e dall’altro in viaggi più intimisti e avventurosi per immergersi nella natura incontaminata all’insegna dell’ecosostenibilità e della green economy.

Ed ecco che da queste premesse nasce il “turismo sostenibile”, volto a promuovere la conoscenza e la valorizzazione del territorio e delle tradizioni locali, nel rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi naturali.

Che cos’è l’ecoturismo

A differenza del tradizionale turismo di massa, che ogni anno vede milioni di persone spostarsi sempre nelle solite mete turistiche d’eccellenza, determinando spesso un overtourism dannoso per l’ecosistema, i residenti, i beni culturali e i servizi locali, l’ecoturismo si pone l’obiettivo di preservare l’equilibrio tra la condivisione delle proprie “ricchezze territoriali” con il resto del mondo e la necessità di preservarle per le generazioni future. In parole povere, il turista che sceglie di viaggiare in maniera responsabile si dedica a esperienze e attività rispettose del territorio, impegnandosi a non lasciare tracce del suo passaggio per salvaguardare il benessere dell’ambiente e delle popolazioni locali.

Optare per il turismo sostenibile, però, non significa trascorrere le vacanze come Indiana Jones o pianificare avventurosi soggiorni in tenda su cime sperdute e foreste pluviali, perché per rendere eco-friendly un viaggio – anche nelle città più gettonate e affollate – è sufficiente seguire alcuni semplici principi di etica e buon senso, senza dover per forza rinunciare alle comodità o al lusso.

Come organizzare una vacanza sostenibile

Per ridurre il nostro impatto ambientale durante le vacanze non è necessario compiere sforzi eccessivi né spendere cifre da capogiro, basta solo pianificare il viaggio in modo responsabile e informarsi sul luogo che si visiterà, rispettandone gli equilibri e le regole per entrare in armonia con la natura e la popolazione locale.

Innanzitutto, se si sceglie di affidarsi a un tour operator per la prenotazione degli alloggi, è buona norma chiedere informazioni sull’impronta ecologica della struttura ricettiva dove si vuole soggiornare, preferendo hotel e alberghi costruiti secondo i principi di rispetto e conservazione dei paesaggi naturali, che utilizzano materiali ecosostenibili e sfruttano le energie rinnovabili. In alternativa si potrebbe anche scegliere di pernottare in un ecolodge, come i glamping immersi della natura, gli ecovillaggi, le fattorie didattiche e altri alloggi confortevoli e sostenibili volti a ridurre al minimo l’impatto ambientale.

Se non è possibile evitare i viaggi in aereo, si possono ridurre le emissioni del comparto prenotando il volo con una delle tante compagnie che aderiscono ai programmi di compensazione del carbonio della IATA (International Air Transport Association). Altra raccomandazione per viaggiare “green” è preferire ristoranti e trattorie che servono bevande e cibi biologici a chilometro zero, in modo da gustare piatti genuini e ridurre, al contempo, le emissioni di CO2 dovute al trasporto dei prodotti alimentari dal luogo di produzione a quello del consumo.

Se la distanza lo consente, spostarsi in bicicletta o a piedi può limitare sensibilmente la nostra “impronta” ambientale facendoci guadagnare anche in salute, senza contare che non si avranno problemi di parcheggio e si potrà tranquillamente accedere alle ZTL delle grandi città per visitare musei, monumenti, gallerie d’arte e aree archeologiche.

Oltre a rispettare sempre l’ambiente evitando di gettare rifiuti a terra, deturpare il verde pubblico e infastidire gli animali selvatici durante le escursioni all’interno di parchi e riserve naturali (a tal proposito, date un’occhiata al sito https://2nomadi.it per scoprire gli itinerari di trekking più emozionanti della nostra penisola), è buona norma ridurre al minimo l’uso della plastica e dei prodotti usa e getta non biodegradabili, preferendo borracce, stoviglie lavabili e prodotti con packaging riciclati o riciclabili.

Infine tenete presente che, ovunque andiate, sarete sempre degli “ospiti”: a prescindere dai soldi spesi per viaggiare e soggiornare, il turista ha il dovere di comprendere e rispettare le abitudini, i ritmi, le usanze e le tradizioni del posto, senza avere la pretesa di potersi comportare come a casa propria.