Dopo una trattativa durata più di un anno, i vertici di Ducati e le sigle sindacali hanno raggiunto un’ipotesi di accordo sul futuro dell’azienda motociclistica. 100 i nuovi assunti con 160  milioni di euro di investimenti nei prossimi 3 anni. Le nuove relazioni sindacali si fondano sulla “Charta dei rapporti di lavoro nel gruppo Volkswagen” (proprietario di Ducati). E’ un sonoro schiaffo al Jobs Act renziano.

Per quanti credono che il Jobs Act del governo Renzi possa tirare fuori il nostro paese dal dramma della disoccupazione a due cifre, e attendono con ansia la presentazione dei decreti attuativi, promessi per domani dal ministro Poletti, c’è un’alternativa, neanche troppo ideale.

Si tratta dell’ipotesi di accordo raggiunto alla Ducati tra i vertici dell’azienda e le sigle sindacali. “Se confermata dal voto positivo dei lavoratori, introdurrà nello stabilimento di Borgo Panigale un sistema di confronto permanente tra imprese e organizzazioni sindacali che affronterà tutti gli aspetti della vita aziendale, dalla formazione alle pari opportunità sino alle condizioni economiche.” dice ai nostri microfoni MIchele Bulgarelli, della Fiom-Cgil, con una certa soddisfazione. Le basi sulle quali l’ipotesi si fondano sono quelle della “Charta dei rapporti di lavoro nel gruppo Volkswagen (proprietario di Ducati).”

Tra le innovazioni contenute nell’ipotesi di accordo, la più importante per certi versi è quella riguardante i contratti di lavoro posti in essere in azienda, dunque le modalità di ingresso nell’azienda stessa. “E’ un modello completamente alternativo a quello propagandato da Renzi. Le forme di contratto previste in Ducati -spiega Bulgarelli- sono solo 4: il contratto a tempo indeterminato, il contratto a tempo determinato prevalentemente nelle aree interessate dalla stagionalità (la produzione), l’apprendistato e, individuato come caso limite, il contratto interinale. Si condivide inoltre un meccanismo di stabilizzazione con contratto a tempo indeterminato a part-time verticale per i lavoratori che entrano con contratto precario. Il lavoratore è, cioè, un lavoratore fisso, ma lavora nei periodi di picco produttivo con indennizzi nei periodi di inattività.”

La Fiom, che ha consegnato una lettera ai vertici di Ducati, per chiedere di garantire che non ci sia un doppio regime per i nuovi assunti come conseguenza del Jobs Act, ritiene che l’ipotesi di accordo costituisca una valida alternativa alle politiche delle esecutivo sul mercato del lavoro. “Abbiamo esteso e migliorato le tutele dell’art.18” chiosa Bulgarelli che rinviene nei provvedimenti dell’esecutivo “un odio nei confronti dei lavoratori e dei giovani precari.”