7 gli arrestati nell’ambito di un’inchiesta sulla discarica di Malagrotta, vicino Roma. Tra questi Manlio Cerroni, il patron di Colari, la società di gestione della discarica, chiusa dal 1 ottobre, dopo anni di lotte e proroghe.

“Roma mi dovrebbe ringraziare” diceva spesso Manlio Cerroni, avvocato ottantenne, proprietario dell’area sulla quale sorgeva la discarica più grande d’Europa, e patron di Colari, il consorzio di gestione dell’impianto di Malagrotta. 240 ettari di terreno dove si smaltivano tra le 4500 e le 5000 tonnellate di rifiuti al giorno, e dove il percolato era penetrato sino alle falde acquifere, inquinandole, come riferisce il dossier Eurispes.

L’accusa, per i soggetti coinvolti, è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Per alcuni di questi, inoltre, si ipotizzano i reati di violazione di norme contro la pubblica amministrazione e di truffa in pubbliche forniture. Tra gli indagati ci sarebbe anche Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2009.

“Quella che emerge è una sorta di associazione a delinquere che collega imprenditoria privata e amministrazione pubblica.”afferma Ylenia Sina, giornalista di Roma Today.

“Per anni i rifiuti sono stati versati ad una tariffa ridotta nella discarica di Malagrotta, e questo, ha fatto sì che si venisse a creare uno stretto legame e anche una sorta di dipendenza delle amministrazioni pubbliche da questo tipo di smaltimento.” spiega la giornalista.

Intanto, oggi a Roma sono stati nominati i nuovi vertici AMA (l’azienda che si occupa di rifiuti), ma il meccanismo di raccolta resta debole, come dimostra la situazione creatasi durante le festività.

“Roma -conclude Ylenia Sina- è ancora molto lontana dal 65% di raccolta differenziata, prescritto per legge.”