L’arte di moltiplicarsi e non, essere molteplici, essere multipli e multiple. Con Cult News abbiamo affrontato il tema della molteplicità, anche grazie a una mostra dedicata all’ultima produzione di Carol Rama, artista torinese unica nel suo genere e stile. Dal titolo “Unique multiples” l’esposizione ci ha permesso di viaggiare sul web, tar letture e incontri dal vivo: Elena Re, curatrice della mostra, ha raccontato ai microfoni della radio cosa vedremo a Villa delle Rose a Bologna.

Entriamo ora nel dettaglio degli spunti dal web, letti durante la diretta:

“Non c’è scusa biologica per la violenza di genere” di Telmo Pievani


I maschi sono aggressivi “di natura”. Ce l’hanno “scritto nel DNA”. Quante volte lo abbiamo sentito? Certo, i maschi umani sono inzuppati di testosterone, un po’ più robusti delle femmine, fanno la voce grossa, vengono educati sin da piccoli a fare gli uomini veri che non devono chiedere mai. (…) Del resto, se ce l’abbiamo scritto nel DNA, non è poi del tutto colpa nostra: possiamo chiedere le attenuanti genetiche. In queste affermazioni è contenuta una molteplicità di errori. 

Il DNA non è un oracolo (…) La logica del DNA è la probabilità, non il fato. (…) Noi maschi umani poi, in fatto di naturalità (…) siamo quelli che producono le cellule sessuali di minore valore: ne generiamo a milioni e le spargiamo a caso per il mondo durante tutta la vita. (…) Le femmine al contrario producono poche cellule sessuali, in numero limitato, energetiche e preziose. Ne discende che sono loro a scegliere, di norma, con chi accoppiarsi. I maschi, per farsi notare, ne combinano di tutti i colori: petto in fuori lottano fra loro a cornate e musate, oppure si sfidano in una panoplia di ornamenti sfarzosi, colori sgargianti, danze seduttive, canti melodiosi e ogni altra trovata nella rubrica “spettacolo d’arte varia di uno innamorato di te”.

Dopo alcuni esempi di accoppiamenti tra animali di varie specie, dallo scimpanzè alla rana pescatrice, torna sull’essere umano maschio.

Ancora convinti che la natura sia un idillio di normalità nel quale cercare conforto? (…) I ruoli maschili e femminili sono sempre stati molto più fluidi (…) La prova? Con i congedi di paternità. Dai primi studi risulta che questi maschi apparentemente “controcorrente” non solo se la cavano egregiamente (incluse le coppie omogenitoriali), ma manifestano alcuni cambiamenti addirittura fisiologici in seguito all’assunzione delle cure parentali: i livelli ormonali nel sangue diventano del tutto simili a quelli delle madri; gli schemi comportamentali e affettivi si trasformano. 

Questo significa che il cambiamento di attitudine dei padri accudenti non è affatto contro-natura, ma al contrario ha riattivato competenze biologiche profonde che erano state silenziate da millenni di patriarcato. (…)

L’articolo completo è su lucysullacultura.com

“Le coppie Dink sono in aumento in Italia: cosa sono e perché non vogliono figli?” di Debora Attanasio

Il preventivo parla chiaro: per crescere un figlio e condurlo per mano fino ai 18 anni, in salute e istruito, una coppia – o un genitore singolo – spende in media 175mila euro. Siccome l’idea che il ragazzo trovi un lavoro e vada a vivere da solo al raggiungimento della maggiore età è molto, molto remota, anche quando non abbia deciso di andare all’università, la cifra si può alzare ancora di più. È questo il concetto da cui parte il fenomeno DINK, acronimo preso in prestito (tanto per cambiare) dagli Stati Uniti, e che significa Dual Income No Kids, doppio stipendio e niente figli. (…)

È l’etichetta sotto cui vengono catalogate tutte quelle coppie che non vogliono figli. aggiungere una terza (o una quarta) persona alla famiglia, per quanto amata, modificherebbe irreversibilmente il loro stile di vita e ridurrebbe la disponibilità di denaro per realizzare piccoli e grandi sogni. (…) Che evoluzione avrà tutto questo?

L’articolo completo è su marieclaire.it

“Multitasking: l’arte di complicarsi la vita” articolo di Maurizio Torretti

Si chiama multitasking – concetto mutuato dall’informatica per identificare la capacità di un sistema di eseguire più programmi contestualmente – ma si pronuncia sindrome da
interruzione continua provocata dall’uso multiplo di tecnologie digitali. Più semplicemente è la tendenza schizofrenica di chi oggi vive completamente immerso nell’ecosistema tecnologico, seguendo e gestendo più strumenti comunicativi, sommerso da una quantità di dati, informazioni e stimoli. (…)

L’articolo completo è su lifegate.it

“Il senso di Warhol per la stampa” di Michele Masneri

«Ogni cosa ripete se stessa. È stupefacente che tutti siano convinti che ogni cosa sia nuova, quando in realtà altro non è se non una ripetizione». Scriveva così Andy Warhol, convinto che l’opera d’arte altro non fosse che un flusso continuo, una moltiplicazione.
Andy Warhol era un feticista dei giornali e forse aveva già capito che sarebbero durati ancora non molto perché li collezionava, li adorava, li nobilitava come operine forse già archeologiche e classiche, come si capisce da “Warhol Headlines” corpus di lavori provenienti dall’Andy Warhol Museum di Pittsburgh. L’interesse warholiano è totale e commovente: li colleziona in scatoloni che poi vengono chiamati nobilmente “Time Capsule”, poi numerati. (…)

Warhol prende i dettagli, li ingrandisce, li deforma; prende il National Enquirer, da una prima pagina allarmista circa i pericoli del cibo congelato che “uccide”, siamo nel 1962 circa, taglia la frase “Frozen food can kill you” e rimane solo Food Kill; comincia a manipolarli, i giornali, inserisce refusi, taglia e aggiunge. (…)

Warhol tratta la stampa naturalmente come merce, da imprenditore, da consumatore, giammai da intellettuale: ne isola tutti i processi produttivi, senza trascurare le agenzie e la pubblicità. (…)

L’articolo completo è su rivistastuio.com

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Cult News è in diretta ogni venerdì mattina dalle 10.30 alle 11.30; l’agenda culturale che spazia fra suoni, letture ed eventi.
Di e con Flavia Montecchi.