È una storia che dura da quasi sei anni, più precisamente da quando fu sgomberato a suon di ruspe, il 6 agosto 2019, il centro sociale Xm24, quella che riguarda il cohousing di via Fioravanti 24. Una storia nata tra le polemiche, anche per le lungaggini dei lavori, ma che oggi si conclude con il bando pubblicato dal Comune di Bologna per l’affitto a canone concordato di 10 alloggi.
Non si tratta però di semplici appartamenti messi sul mercato dall’Amministrazione. Il progetto, che rientra nel piano comunale sulla casa, prevede infatti un abitare collaborativo.

Il cohousing “ecosostenibile” di via Fioravanti 24

Fino al 3 marzo è possibile partecipare all’avviso per la costituzione della comunità di abitanti e per l’assegnazione di 10 alloggi nel nuovo cohousing di via Fioravanti 24. Il progetto prevede una selezione iniziale basata su criteri oggettivi e sull’affinità al progetto, seguita da un percorso formativo e partecipativo della durata di circa quattro mesi.
L’avviso si rivolge a persone singole o a nuclei familiari composti al massimo da quattro persone, interessati a far parte di una comunità collaborativa e solidale. I temi centrali del progetto sono la transizione ecologica giusta, l’autoconsumo energetico e la sostenibilità ambientale.

Il cohousing Fioravanti 24 rientra nel Piano per l’Abitare del Comune, con l’obiettivo di sperimentare un modello di convivenza che favorisca la prima esperienza di autoconsumo energetico collettivo su un edificio pubblico destinato all’edilizia sociale. La gestione del progetto è affidata alla Fondazione Abitare Bologna, che coordinerà anche le attività di formazione e partecipazione.
L’edificio, a energia quasi zero (NZEB), ospita undici unità abitative di diverse tipologie e dimensioni. Gli appartamenti, distribuiti su due piani fuori terra, includono anche spazi comuni come cantine e lavanderie situati al piano seminterrato.

Con l’eccezione del monolocale, le abitazioni si sviluppano su due livelli interni, con una scala e doppi servizi. Un appartamento di grandi dimensioni è riservato all’Edilizia Residenziale Pubblica e sarà assegnato con criteri separati dall’avviso. Altri due alloggi sono destinati a persone con ridotta capacità motoria o a chi ha compiuto almeno 70 anni.
Gli alloggi verranno locati con canone concordato, per un costo medio mensile di circa 420 euro più spese di gestione. Inoltre, il Comune di Bologna offre a ciascun nucleo un prestito senza interessi di 3.000 euro per sostenere le prime spese relative all’arredo e alla conduzione degli alloggi.

Possono candidarsi nuclei familiari con un massimo di quattro componenti, un reddito ISEE compreso tra 9.360 e 35.000 euro, cittadinanza italiana o europea (oppure regolare permesso di soggiorno se cittadini non comunitari) e residenza o attività lavorativa o di studio a Bologna. È richiesto che il canone annuo non superi il 40% del reddito complessivo e che i candidati non siano proprietari di una quota superiore al 50% di un immobile situato nel territorio della Città metropolitana di Bologna.

Oltre a soddisfare questi requisiti, i candidati dovranno dimostrare affinità con il progetto. Questo può includere esperienze di volontariato o attivismo in ambito ambientale o sociale, percorsi formativi o lavorativi in questi stessi settori o precedenti esperienze di vita in condomini solidali o cohousing.
Dopo una prima fase di selezione, i ventuno nuclei scelti parteciperanno a un percorso formativo e partecipativo che prevede incontri e laboratori, con termine entro il mese di luglio. Al termine di questo processo, verranno individuati i dieci nuclei che formeranno la comunità di abitanti e riceveranno gli alloggi.