L’Azienda Usl ha annunciato nei mesi scorsi l’intenzione di chiudere il Consultorio di Castel Maggiore e trasferirlo a Granarolo dell’Emilia. Il provvedimento è stato sospeso grazie all’opposizione dell’Amministrazione comunale e di associazioni e cittadini, che in poche settimane hanno raccolto già circa 4000 firme.

L’Amministrazione e i cittadini di Castel Maggiore non ci stanno, e dicono no alla chiusura del Consultorio familiare. Una decisione, quella dell’Ausl del Distretto Pianura Est, che definiscono “inspiegabile” e “ingiustificata”. Per questo, da diverse settimane, l’opposizione del Comune e la mobilitazione di associazioni, forze politiche e singoli cittadini va avanti, forte di migliaia di firme raccolte, già 4000.

Una reazione, quella della società civile, che ha portato a un primo risultato. Il termine fissato inizialmente per la chiusura del Consultorio, il primo marzo, è stato infatti sospeso. Nonostante questo, arrivano segnali tutt’altro che incoraggianti per cittadine e cittadini del territorio, se è vero che dall’inizio del mese le lettere di convocazione per il Pap test hanno indirizzato le donne di Funo e Argelato verso le strutture di Bentivoglio e Pieve di Cento. Segno allarmante del fatto che uno “svuotamento” dei servizi a Castel Maggiore è già in atto.

Uno spostamento del Consultorio da Castel Maggiore a Granarolo dell’Emilia provocherebbe non pochi disagi per tutti coloro che ne usufruiscono, e sarebbe penalizzante – come è facile intuire – soprattutto per quanti non dispongono di un veicolo proprio per far fronte alla “trasferta”. Questo in considerazione del fatto che Granarolo non è direttamente collegato né a Castel Maggiore né ad Argelato dai mezzi pubblici.

“Pensiamo che chiudere quel poliambulatorio sia del tutto inutile dal punto di vista del risparmio – afferma Marco Monesi, sindaco di Castel Maggiore – e soprattutto controproducente rispetto al servizio che oggi svolge”. Il Consultorio è infatti un punto di riferimento e assistenza fondamentale soprattutto per le donne, anche di minore età, durante la gravidanza con corsi pre-parto, sostegno all’allattamento e allo svezzamento, screening per i tumori al collo dell’utero e anche per la contraccezione.

“Stiamo raccogliendo consensi, di carattere politico, anche negli enti preposti alla sorveglianza e alla decisione finale sulla chiusura o meno del nostro consultorio – spiega Monesi – per questo per il futuro sono ottimista, e spero che la nostra battaglia porti a scongiurare la chiusura”.

Andrea Perolino