Si è svolta ieri sera l’assemblea pubblica “Manifesto per un governo condiviso della Città”, promossa dalla rete solidale di Bologna in previsione delle prossime elezioni amministrative di questo 2021. Un collettivo che ha raccolto diverse voci del panorama sociale della città raccogliendo più di 150 persone. Numero significativo e che indica la volontà comune di mettere sul tavolo diverse tematiche che convergono, oggi, in una diseguaglianza ormai palbabile: solidarietà, azione, lavoro; con l’obiettivo di disegnare insieme la città di domani.

Comunali, l’assemblea del “Manifesto per un governo condiviso della Città”

Quello della diseguaglianza è un problema che ha radici ben più profonde rispetto alla crisi economica comportata dall’esperienza della pandemia. La questione getta le basi in un sistema che deteriora noncurante il tessuto sociale e disperde quel senso di comunità necessario per il bene collettivo. È questa una considerazione emersa dall’assemblea pubblica che si è tenuta ieri, 14 gennaio, e su cui preme la rete, che ha riunito sinergicamente diverse associazioni e movimenti della città, che da sempre mettono al centro del proprio operato la comunità, come YaBsta! e Arci. «La pandemia – spiega Rossella Vigneri, Presidente di Arci Bologna – ha messo in evidenza una profonda vulnerabilità del mondo del lavoro». Proprio su questo deve concentrarsi il Comune: su quelle «vertenzialità per produrre lavoro buono» e garantire diritti trasversali ai lavoratori.

Oltre al lavoro, materia di discussione è stata anche la necessità di una certa vicinanza ad anziani e fasce più fragili con politiche di intervento. Ma anche la scuola è stato un argomento emerso nell’assemblea. L’esperienza della pandemia ha evidenziato che l’istituzione scolastica non sembrerebbe una priorità nel paese.
«È importante che il Comune di Bologna – prosegue Vigneri – investa energie e risorse per ricucire le ferite aperte dalla pandemia in ambito educativo».
Un nuovo welfare non può tralasciare i grandi cambiamenti culturali, come la transizione digitale e la sostenibilità ambientale, tematiche incluse in questo progetto collettivo di un nuovo, possibile, modello di città.

Ciò che è emerso dalla prolifica riflessione di ieri è che alla base di questo co-movimento c’è una forte volontà di affrontare le problematiche rintracciate all’origine della crisi che stiamo vivendo. Ma queste tematiche vanno affrontare «in un’ottica di sistema», spiega Vigneri. Quello che serve per rispondere ai diversi bisogni, ed ovviare ai problemi, è un modello partecipativo, in cui a cooperare siano le istituzioni pubbliche ma anche una «responsabilità collettiva».
Bisogna, insomma, costruire una società pronta ad evolvere ma che resti inclusiva; un sistema di welfare come salute sociale che ponga fine innanzitutto alle diseguaglianze. E per farlo saranno necessarie «politiche vere, concrete».
Sono queste le premesse con cui si attendono i prossimi appuntamenti, a cui le organizzazioni stanno già pensando, e che punteranno, come conclude la presidente di Arci Bologna, ad aprire sempre più nuovi e ampi spazi di discussione.

Emily Pomponi

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