È un dato che fa impressione quello che emerge dalla classifica sui reati denunciati nel 2022 pubblicata dal Sole24ore ed elaborata su dati del Ministero dell’Interno. Bologna si colloca al secondo posto nazionale per violenza sessuale, con 219 denunce, pari a 21,6 ogni 100mila abitanti. Restando nel campo della violenza di genere, il capoluogo emiliano si colloca al secondo posto anche per le percosse, con 515 denunce in un anno, pari 50,9 ogni 100mila abitanti.
Prima di Bologna soltanto Imperia e dopo la nostra città arrivano Trieste, Milano e Ravenna.

In casi come questi, vista la grande mole di sommerso, bisogna però domandarsi se sotto le Due Torri si consumi una vera e propria emergenza o se le donne che subiscono stupri e altre forme di violenza sessuale siano più propense a denunciare che altrove. Nel primo caso ci sarebbe da interrogarsi seriamente sul problema, mentre il secondo caso avrebbe una sorta di lettura positiva, certificando la diffusione di una cultura contro la violenza di genere e l’efficacia delle politiche di contrasto.
Per questa ragione abbiamo intervistato Giulia Nanni, operatrice della Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna.

Violenza sessuale, il secondo posto di Bologna nella classifica nazionale: cosa significa?

Prendendo in esame i dati degli anni precedenti, emerge che le denunce per violenza sessuale a Bologna sono in aumento. Nel 2021, ad esempio, le denunce sono state 195, mentre nel 2018 l’incidenza delle denunce era molto più bassa, pari a 14,9 ogni 100mila abitanti.
«Non è un dato nuovo per Bologna – commenta Nanni ai nostri microfoni – perché Bologna da diversi anni si posiziona ai primi posti per questo tipo di reati, ma la lettura non è che nella nostra città avvengono più violenze sessuali che in altre. Al contrario, a Bologna è più semplice l’emersione di un fenomeno enorme e sommerso perché si è lavorato molto: ci sono quattro centri antiviolenza, la Casa delle Donne esiste da 33 anni e le istituzioni sono abbastanza sensibili».

Nell’impossibilità di stabilire le reali dimensioni del fenomeno, quindi, si può dire che Bologna è una città in cui si denuncia di più di aver subito anche una violenza sessuale e ciò lo si evince anche da altri fattori.
«Bologna è una città media, dove però c’è un’università con circa 90mila studenti e studentesse – sottolinea l’operatrice antiviolenza – È più probabile che a essere vittime di violenza sessuale siano donne di una fascia d’età più giovane, così come è più probabile che siano denunciate le violenze sessuali che avvengono all’interno di relazioni meno intime».

I fattori anagrafico e dell’intimità della relazione, connessi fra loro, spiegano dunque perché a Bologna si denuncia di più e la tendenza è confermata anche dall’incrocio dei dati dei diversi sportelli della Casa delle Donne. In particolare, tra le donne che si rivolgono al centro antiviolenza solo il 25% racconta di essere stata vittima di violenza sessuale. Una percentuale che sale al 55%, invece, nel contesto universitario, dove le donne denunciano quanto subito spesso durante momenti di divertimento e con persone con cui non hanno un legame forte.
Lo sportello che la Casa delle Donne tiene all’Università, nato anche in seguito ad un caso di molestie emerso e denunciato da associazioni studentesche, proprio in questi giorni compie un anno.

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