Lo scorso 6 ottobre è ricorso il centenario della prima trasmissione radiofonica in Italia. La prima voce che italiane e italiani sentono è quella di Maria Luisa Boncompagni che conduce un programma di due ore al giorno con musica da camera, un bollettino meteo e qualche notizia economico-finanziaria.
La radio, al pari degli altri media, è sotto il controllo del regime fascista, tuttavia si manifestano forme di resistenza radiofonica animate dagli antifascisti.
Per vedere la nascita del Festival di Sanremo occorrerà aspettare un altro quarto di secolo, con la prima edizione che si è svolta nel 1951. Da allora la kermesse condiziona anche l’immaginario collettivo con le produzioni musicali che, volenti o nolenti, hanno nel festival un palcoscenico privilegiato.
Ma quanto la radio appartiene all’immaginario degli artisti, compositori e interpreti, che salgono sul palco di Sanremo? Se Eugenio Finardi ha composto un vero e proprio inno alla “radio libera, ma libera veramente”, che rapporto hanno i cantanti di Sanremo con questo mezzo di comunicazione?
La radio a Sanremo: quanto, come e dove
È curioso constatare che la radio “sbarca” a Sanremo soprattutto negli anni della rottura del monopolio della Rai. Specialmente dagli anni Settanta in poi (la radio esisteva già prima, ma nei primi 25 anni di festival non compare che una volta) la radio appare come un filo conduttore che attraversa le vite dei protagonisti delle canzoni, diventando simbolo di connessione, emozioni condivise e, talvolta, solitudine, sottofondo musicale che amplifica le emozioni dei protagonisti. La radio sblocca ricordi, è testimone e narratrice della storia pubblica e privata, simbolo di ribellione e libertà, strumento di evasione, stimolo per nostalgia e malinconia: presenza familiare che contribuisce a creare un’atmosfera di serenità domestica, colonna sonora di serate solitarie.
In generale, la radio nelle canzoni di Sanremo – per chi scrive, si sa Sanremo è come l’opera di Dante, di Omero e Shakespeare, raccoglie tutto lo scibile umano – è più di un semplice strumento di intrattenimento: è un’entità viva che accompagna le persone nelle loro giornate, amplifica le emozioni, e rappresentando sia un rifugio sia uno spazio di libertà e di affermazione del personale, non convenzionale. Manca, ma siamo a Sanremo, la radio come momento collettivo. È vero che il festival tiene certe cose fuori dalla porta e che poi alcune entrano dalla finestra: alcune, non tutte.
Sono 31 le canzoni che parlano di radio, radioline e transistor tra le 2158 che sono state in gara nelle prime 74 edizioni di Sanremo. Ripercorriamole insieme
Ero triste ascoltando la musica
di una radio che suonava per me
(Il viso di lei, I Giganti / Fabio Trioli 1971)
Sento che già non resisto sambariò
Nella tua mano un transistor
Suona da un po’
(Sambariò, Drupi, 1976)
Felicità è una sera a sorpresa
la luna accesa e la radio che va
(Felicità, Al Bano e Romina Power, 1982)
ASCOLTA:
La radio trasmetterà la canzone che ho pensato per te
e forse attraverserà l’oceano lontano da noi
(1950, Amedeo Minghi, 1983)
…Radio mi canti la sera
“Waiting for someone else”
(Radioclima, Garbo, 1984)
Se fosse per questo che hanno inventato la radio,
e le gite all’aperto, le corse in bici sotto i cieli blu
proprio come quando c’eri tu…
(Canzoni alla radio, Stadio, 1986)
Nessuno risponde a una radio che parla…
è vicina la notte, sembra di accarezzarla.
(Via Margutta, Luca Barbarossa, 1986)
Radioline e clacson mi par, la folla che va
amando si sa
ti risponderò, stai morendo d’amore
(Nada, Bolero, 1987)
ASCOLTA:
Che il tormento e l’assedio che ti da un’emozione
Se il futuro è una radio, una bella canzone
(Flavia Fortunato, una bella canzone, 1988)
Cosa faccio questa sera non lo so,
sono solo e la radio non va più.
Leggo un libro o magari fumo un po’,
(Sharks, Tentazioni, 1989)
Cosa resterà di questi anni ‘80
afferrati e già scivolati via?
Cosa resterà? E la radio canta
una verità dentro una bugia.
(Raf, Cosa resterà degli anni ’80, 1989)
Le canzoni alla radio, le partite allo stadio
sulle spalle di mio padre
(Mia Martini, La nevicata del ’56, 1990)
ASCOLTA:
Girano i tuoi capelli
Come corde di una giostra
Gira il suono di una radio in testa
In questa primavera di ginestra
(E noi qui, Bungaro Conidi di Bella, 1991)
Qualche impronta sulla sabbia
Radio fuori sintonia
E dal mare un vento gelido
Che l’estate spazza via
(Malinconia d’ottobre, Elite, 1990)
Gladio, stadio, la tua radio
grande concorso la lotta alla mafia
il prodotto che rispetta la natura
questa piaga della droga e mantiene la cottura
(Zitti zitti il silenzio è d’oro, Aeroplanitaliani, 1992)
E la radio trasmette la nostra canzone
quella che cantavi tu
(…)
resta solo la mia radio,
a farmi compagnia
(Non è colpa di nessuno, Rita Forte, 1992)
Sono le voci delle stelle
Da una radio sul cuscino
Quel che ci resta mentre tutto se ne va
(La voce delle stelle, Peppino di Cari, 1993)
Chissà che cosa c’è dopo per noi
Forse un dio dallo sguardo ribelle che non si pente mai
Forse un dio che bestemmia ogni tanto e alza la radio
Proprio come noi, come noi
(Non è tardi, Marco Conidi, 1993)
Si cambiano i nomi, rimangon bastardi,
tu guarda alla radio, le solite facce, i soliti accordi.
(Enzo Jannacci e Paolo Rossi, i soliti accordi, 1994)
ASCOLTA:
Dormo coi vestiti addosso
faccio solamente sesso
lascio accesa la mia radio
amo solo “Fuori orario”
(Loredana Bertè, Angeli & Angeli, 1995)
Minchia signor tenente che siamo usciti dalla centrale
ed in costante contatto radio abbiamo preso la provinciale
(Giorgio Faletti, Signor tenente, 1994)
Sentirai una radio che suona lontana
canterà una vecchia canzone italiana
(Squadra Italia, Una vecchia canzone italiana, 1994)
Cerco sulla radio la mia onda del cuore
gioco col mio gatto per sentire rumore,
sono solo attimi… proprio difficili
(Senza te o con te, Annalisa Minetti, 1998)
E la musica nuova
E la televisione e non contate la radio, signori, la luna e la grande equazione
Voglio proprio vedere se sa fare di più il millennio che viene
(Secolo crudele, D.O.C. Rock, 1996)
Solitudini bastate a farsi da mangiare
solitudini bastate a farti innamorare
sotto l’armadio (con la radio)…
sotto l’armadio (con la radio)…
(Una musica piò fare, Max Gazzè, 1999)
ASCOLTA:
O sto qui e se fai un viaggio portami con te
dove ti pare; potremmo anche non tornare più;
la radio canta una splendida canzone,
una canzone, perché no.
(Non ci piove, Joe Barbieri, 2000)
Lasciami la radio accesa
lasciami cantare
qualche cosa da mangiare servirà
(Irene Grandi, La cometa di Halley, 2010)
Trasmettono Radio e tv
Dicono che cambierà l’umanità
Rinascerà la conquista della verità
(1969, The Niro, 2014)
È la convinzione di raggiungerti
Anche in capo al mondo
Anche quando sono in coda
Nella fretta di arrivare
Fra polemiche alla radio
(L’ottava meraviglia, Ron, 2017)
Come canzoni dalla radio
Amori nell’armadio
Un po’ ti odio un po’ ti amo
(Il confronto, Marco Masini, 2020)
Le metropolitane vanno molto veloci
I giornali gratis, la radio, le voci
(E invece sì, Bugo, 2021)
ASCOLTA:
Eddy Anselmi